ORARI E DATE PER LA SOTTOSCRIZIONE DELL'ESPOSTO-DENUNCIA:
UDINE, 25, 26 E 28 MARZO 2022
Oltre alla giornata di venerdì 25 marzo e sabato 26 marzo, l'Avv. Michele Rodaro riceverà gli esponenti denuncianti anche nella giornata di lunedì 28 marzo 2022 (ultima data utile per la l'autentica di sottoscrizione) - qualora qualcuno fosse impossibilitato ad essere presente sabato - nei seguenti orari:
sabato 26 marzo 2022: dalle ore 11.00 alle 13.00 e dalle ore 13.30 alle 19.00
lunedì 28 marzo 2022: dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle ore 15.00 alle 19.00
Studio legale Avv. M. Rodaro, Via Savorgnana n. 43, Udine, vicino alla sede dell'INPS di Udine
Luca Scantamburlo
25 marzo 2022
Coloro che hanno già aderito via email all'iniziativa dell'esposto-denuncia che abbiamo promosso con l'aiuto professionale dell'Avv. Michele Rodaro del Foro di Udine - in merito alle misure sanitarie emergenziali per il contrasto della COVID-19 e del cosiddetto virus "SARS-CoV-2" - potranno recarsi presso lo Studio legale Rodaro in via Savorgnana, nr. 43 a Udine, nelle giornate di venerdì 25 marzo e sabato 26 marzo 2022, negli orari che verranno comunicati al più presto tramite messaggio vocale in Telegram, nella chat di gruppo Uniti in Verità e Giustizia, e sottoscrivere l'atto ed eleggere domicilio presso lo studio dell'Avv. Rodaro.
Lo studio sarà aperto in quelle giornate soltanto per la sottoscrizione dell'atto e solo per coloro che hanno già aderito via email, non per discutere situazioni personali. Per eventuali controversie e casi personali meritevoli di attenzione, bisogna prendere appuntamento, previa eventuale disponibilità dell'Avvocato compatibilmente con i suoi impegni.
Grazie per l'attenzione.
Luca Scantamburlo
22 marzo 2022
PRESENTAZIONE DELL'ESPOSTO-DENUNCIA
APERTO ALLA CITTADINANZA DI VENETO E FVG
Si sono rivolti a me alcuni cittadini, anche in nome e per conto di alcune associazioni impegnate nella tutela dei diritti umani, al fine di predisporre un esposto-denuncia finalizzato a portare a conoscenza della Procura della Repubblica una serie di circostanze di rilevanza penale afferenti ai c.d. vaccini anti COVID-19 e alla narrazione corrente in materia di emergenza pandemica.
Si tratta di un esposto-denuncia e non di una querela, per evitare il rischio di controquerela.
Al centro dell'esposto-denuncia vi saranno due questioni cruciali e intrecciate, che sono alla base della politica sanitaria emergenziale: il presunto isolamento – dove per isolamento si intende l'atto fisico di separare qualcosa da un'altra – del virus denominato SARS-CoV-2, che sarebbe responsabile della suddetta sindrome simil-influenzale denominata COVID-19 diffusasi dall'inverno 2019/2020 in tutto il mondo, e il test diagnostico del cosiddetto “tampone”.
Riguardo alla prima questione, porteremo all'attenzione dei PM le formali evidenze documentali estere di risposte FOIA (Freedom of Information Act) a richieste di cittadini – tradotte in italiano ed asseverate da un perito traduttore in Tribunale – in cui si evince la mancanza, nella risposta istituzionale, di certezza di isolamento fisico del su citato virus, alla data corrente. La questione dell'isolamento fisico e dell'accesso agli atti da parte della cittadinanza – con condotta omissiva della P.A. o sue risposte evasive – riguarda anche l'Italia, ove sono emerse una serie di incongruenze apprese mediante richiesta di accesso civico generalizzato agli atti già rivolta alle istituzioni dal sottoscritto nel 2021 (c.d. FOIA, decreto legislativo 25 maggio 2016, n. 97), indirizzate all'Ospedale Luigi Sacco di Milano e all'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” (INMI) di Roma, oltre che all'Istituto Superiore di Sanità (quest'ultimo e l'Ospedale Sacco di Milano non hanno ancora risposto alla mia richiesta) e finalizzate a conoscere le evidenze documentali certe circa l'avvenuto isolamento del virus SARS-CoV-2.
La questione sollevata è palesemente correlata alla seconda, altrettanto dirimente: l'ormai evidente inutilità dei test RT-PCR da tampone molecolare o rapidi antigenici condotti per l'accertamento diagnostico della sussistenza dello specifico novello coronavirus negli esseri umani asintomatici o paucisintomatici.
Difatti il test diagnostico del tampone (inaffidabile per mancanza di gold-standard di riferimento e per stessa ammissione del Presidente AIFA prof. G. Palù in conferenza stampa con il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, il 23 dicembre 2020, presso la sede della protezione civile di Porto Marghera) è un test che costituisce un mero indice probabilistico, soggetto a falsi positivi (che possono divenire prevalenti sui falsi negativi). Porteremo all'attenzione della magistratura inquirente una documentazione dei CDC statunitensi – tradotta ed asseverata in Tribunale – che attesta che negli USA sin dal 2020 il tampone è stato tarato non sul virus SARS-CoV-2, ma su altro.
Un'ulteriore questione – ma a latere – che porteremo all'attenzione della magistratura riguarda la presenza di sostanze estranee nei cosiddetti vaccini (siano essi sieri genici o vaccini a vettore virale) autorizzati in via condizionata in Europa: mi riferisco a quanto dichiarato pubblicamente da un addetto ai lavori – già perito di Tribunale – esperto in analisi al microscopio elettronico, in merito alla scoperta di sostanze solide di natura verosimilmente nanotecnologica all'interno di questi farmaci somministrati alla popolazione. Di questo abbiamo acquisito le sue dichiarazioni pubbliche, e dunque ci si augura che venga sentito come persona informata sui fatti.
Le problematiche presentano indubbio allarme per la generalità dei consociati, in quanto l'eventuale accertamento della presenza di sostanze solide non indicate tra i componenti iniettati durante la vaccinazione (fatto già emerso in una precedente indagine della magistratura romana, RG 50866-2017 contro ignoti, archiviata nel 2019 dopo quasi due anni di indagini) – soprattutto se connotate da strutture di matrice nanotecnologica – determinerebbe enormi conseguenze in punto di sicurezza di tali farmaci, di conseguenti rischi per la salute umana e per le generazioni future, nonché di responsabilità penale, colposa o dolosa, in capo a tutti coloro che, dai produttori alle istituzioni pubbliche che ne hanno autorizzato l'utilizzo, ne promuovono la diffusione tra tutte le categorie di cittadini, bambini inclusi. Un tanto anche in ragione della nuova tecnologia a RNA messaggero utilizzata (mRNA), dagli effetti sconosciuti sul lungo periodo (considerato che questa sindrome simil-influenzale è a decorso generalmente benigno, non si capisce la ragione di una raccomandazione di profilassi vaccinale rivolta a bambini e adolescenti e, invero, nemmeno agli adulti, in quanto i decessi correlati al Covid-19 riguardano prevalentemente soggetti di età anagrafica avanzata, del tutto sovrapponibile all’età mediana di aspettativa di vita).
Inoltre l'assenza di evidenze scientifiche in merito all'isolamento fisico del virus, ritenuto responsabile della malattia COVID-19, è circostanza idonea a mettere in dubbio tutta l'impalcatura normativa restrittiva e discriminatoria che si basa sulla dichiarata emergenza sanitaria nazionale.
Il contesto e il quadro emergente che verrà portato all'attenzione della magistratura inquirente consiste nella persistente integrazione da parte delle Istituzioni pubbliche e del Governo di una serie reiterata di abusi e ipotesi di reato che stanno danneggiando, forse anche irrimediabilmente, la salute psicofisica della cittadinanza, ma soprattutto la sua coesione sociale e civile, mediante condotte di violenza privata, nonché di estorsione e/o truffa – qualora si dovesse riscontrare un lucro o un conflitto di interesse da parte di chi spinge per l'inoculazione – anche attraverso una discriminazione diretta o indiretta dei cittadini e pregiudizio dei loro plurimi diritti soggettivi, di abuso della credulità popolare, di istigazione all'odio e a delinquere, rivolte alla cittadinanza conformata alla nuova realtà mediante irresponsabili e false dichiarazioni – più o meno consapevolmente e con gradi diversi di responsabilità da accertare – rese da organi politici, giornalisti, medici e soprattutto virologi, contro tutti coloro i quali non vogliano sottoporsi alla vaccinazione per legittima obiezione di coscienza (motivata anche soltanto dalla prudenza e non necessariamente da specifici motivi di salute).
Mediante esposto-denuncia sarà dunque la magistratura ad avere l'onere e la responsabilità di accertare e investigare i fatti esposti e denunciati, e di identificare eventuali responsabili delle condotte invocate, molti dei quali ritengo possano essere rintracciati non solo e chiaramente tra i Ministri del Governo italiano, ma anche all'interno dell'organo consultivo denominato CTS, nonché tra membri di istituzioni sanitarie quali ISS, AIFA ed EMA, nonché in ultimo tra i produttori dei vaccini.
A prescindere dall’accertamento circa l’avvenuto isolamento di un virus corona denominato SARS-CoV-2 (di natura chimerica od originato per spillover, cioè mediante salto di specie interspecifico), è legittimo dedurre che, dopo due anni di diffusione nel mondo, un simile agente patogeno infettivo opportunista a RNA non può che essersi adattato alla specie umana, diminuendo letalità e mortalità. Indipendentemente da un tanto la diffusione endemica di tale patogeno non giustifica il progressivo acuirsi delle restrizioni draconiane, sempre più severe negli ultimi mesi, decise dalle Autorità di Governo con la complicità del Parlamento (in aperta violazione dei principi di ragionevolezza, adeguatezza e proporzionalità) e tali da minacciare la stessa sopravvivenza dei cittadini non allineati con la narrazione corrente, mediante forme ablative del diritto al lavoro e lesive, in misura non più tollerabile, della dignità umana.
Si segnalerà pertanto anche per conoscenza a chi di dovere presso la Corte Penale Internazionale dell'Aja quanto sta avvenendo in Italia da diversi mesi in termini di gravissime violazione di diritti umani (non solo, dunque, di diritti civili), a causa delle politiche restrittive decise dalle Autorità, attraverso una declinazione discriminatoria e cogente della Certificazione verde COVID-19, comunemente detto “green pass” (snaturandone la sua origine concepita solo per agevolare gli spostamenti), o mediante l'introduzione dell'obbligo vaccinale in via diretta o surrettizia, per categoria professionale o anagrafica. Una minoranza consistente della popolazione italiana – alcuni milioni di persone – continua ad essere discriminata sul lavoro, nella vita sociale, nell'educazione sportiva, scolastica e universitaria, allorché operi una legittima scelta di prudenza (dissenso) rispetto all'atto sanitario invasivo del tampone e soprattutto rispetto all'atto sanitario invasivo e rischioso della vaccinazione anti-COVID-19. Sono stati violati gli Artt. 2-3-4-13-117 ed ultimo comma dell'Art. 32 della Costituzione della Repubblica italiana, nonché diversi articoli della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea (in particolare gli Artt. 3 e 21, i quali rispettivamente tutelano il consenso libero e informato nell'ambito della medicina e biologia e vietano ogni discriminazione dei cittadini, qualora questi esprimano anche soltanto un proprio convincimento personale), il Reg. UE 953/2021 e la Risoluzione dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa nr. 2361 del 27 gennaio 2021, la quale, seppur non vincolante giuridicamente, dispone raccomandazioni e consigli per un buon legiferare in armonia con la CEDU (Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo).
Sulla base di un tanto si confida che la magistratura si attivi, quanto meno, per accertare se effettivamente sussista quanto segue:
* mancanza di evidenza documentale di isolamento fisico del virus SARS-CoV-2 in possesso delle Istituzioni italiane (cosa diversa dal sequenziamento genetico, con riferimento a banche dati in Rete);
* mancanza di gold standard di riferimento del cosiddetto tampone e, dunque, conferma della sua totale inaffidabilità come solo criterio diagnostico valido (da cui la necessità del suo abbandono), perché ha consentito una natura fagocitante della definizione di COVID-19, malattia divenuta una sorta di rete a strascico che intercetta fenomeni influenzali diversi da quello cercato, inclusi raffreddori banali e classiche malattie respiratorie e febbrili di stagione, alterando le statistiche sul numero degli infetti e dei cosiddetti contagi;
* mancanza dell'effetto di arresto di contagio del virus SARS-CoV-2 nell'utilizzo dei farmaci profilattici autorizzati in modalità condizionata – come ammesso dalla stessa EMA (Agenzia Europea del Farmaco) sul proprio sito web istituzionale – e dunque illogicità e incongruenza rispetto alle normative vigenti, che dispongono un'imposizione di sostanze farmaceutiche al fine di interrompere la diffusione del virus SARS-CoV-2 (quando questi “vaccini”, se funzionano, operano soltanto una mera riduzione di sintomi COVID-19 – tutta da accertare e solo in ipotesi – ma non un arresto di “contagio”, qualunque cosa esso sia);
* presenza di composti solidi di nanoparticolato e microparticolato inorganico all'interno di questi “vaccini” (siano essi sieri genici o no), già accertata in passato, ma oggi di natura addirittura nanotecnologica.
Si auspica così che vengano disposte indagini approfondite su questi fatti e responsabilità, compresa un'eventuale perizia di laboratorio ordinata dalla Procura ed eseguita con specifica metodologia di indagine, procedendo, laddove venga accertata la presenza di sostanze non dichiarate dai produttori, all'identificazione dei responsabili dell'immissione in commercio di farmaci potenzialmente pericolosi per la salute umana.
COME ADERIRE ALL'ESPOSTO-DENUNCIA
Considerato che l’intento dei promotori della presente iniziativa è quello di coinvolgere il maggior numero di persone possibile, al fine di dare maggior peso e rilevanza alle contestazioni e correlate richieste di intervento rivolte alla magistratura con l’esposto-denuncia, Coloro i quali risiedono nelle Regioni di Veneto e Friuli Venezia Giulia e volessero sottoscrivere l'atto come firmatari, potranno inviare richiesta per email al seguente mio indirizzo di posta elettronica michele@rodax.it, includendo i propri dati anagrafici e di residenza e come allegati i documenti in formato PDF
* scansione di carta d'identità fronte-retro in corso di validità
* scansione del proprio codice fiscale.
Successivamente potranno recarsi presso il mio studio di Udine in Via Savorgnana nr. 43 per sottoscrivere l’esposto ed eleggere domicilio, nelle giornate e orari che verranno comunicati dal dott. Luca Scantamburlo, tra i promotori dell'iniziativa (assieme a Barbara Todisco, Stefania Marchesini e Tiziana Collazuol), con apposito post che verrà pubblicato a stretto giro sui seguenti blog/sito
anche per agevolare e velocizzare gli incombenti del caso.
Termine di adesione all'esposto-denuncia: 4 marzo 2022
Spesa singola adesione cittadino/a: fra € 10 ed € 20 a testa (quota a saldo dell'acconto già versatomi dai promotori grazie ad alcune donazioni raccolte).
Comunicherò l'importo preciso una volta noto il numero complessivo degli esponenti-denuncianti.
Ulteriori spese di onorario/parcella - ripartite sempre fra gli esponenti e denuncianti - vi potranno essere soltanto in caso di espresso conferimento di incarico al termine delle indagini preliminari e in occasione di un rinvio a giudizio conseguente all’esposto-denuncia.
Donazioni chiuse. Sono stati raccolti complessivamente € 1185, da cui scalati € 110 per saldo pagamento traduzione / asseverazione documenti in lingua inglese, del costo € 410 (avevamo € 300 avanzo raccolta donazioni per spese tavola rotonda di Treviso, 11 settembre 2021) ed € 1070 acconto parcella onorario Avv. Michele Rodaro. Sono rimasti € 5 che Michela Sorato userà per pagare spese bancarie.
Grazie a tutti coloro che hanno donato, aiutando a pagare le spese di traduzione ed asseverazione, e la parcella onorario dell’avvocato. Seguiranno aggiornamenti sul deposito dell’esposto-denuncia (compresa una lettera aperta dell’Avvocato), e sulla data in cui sarà possibile recarsi presso lo studio dell’Avv. Michele Rodaro, a Udine in Via Savorgnana nr. 43, in occasione della firma in presenza presso lo studio legale per sottoscrivere l’esposto ed eleggere domicilio presso lo studio dell'avvocato stesso.
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