lunedì 22 novembre 2021

LETTERA DI UN VACCINATO ALLA POPOLAZIONE ITALIANA: COVID-19 E VIRUS SARS-COV-2 FRA DIRITTO, ARS MEDICA E SCIENZA:

 


LETTERA

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Buongiorno

sono Emanuele ho 44 anni e come occupazione sono socio di un’impresa artigiana che fornisce assistenza tecnica su impianti Laser. Sono separato con una compagna e due figlie di 15 e 12 anni. Vi scrivo la presente per portare una riflessione che ho fatto in merito ai dati quotidiani riportati dai media riguardo al progredire di questa “pandemia”. 

Anzitutto, non ho problema a dire che sono vaccinato mentre la mia compagna non lo è, idea che rispetto in pieno e per quanto mi riguarda non porta nessun tipo di limitazione della mia libertà, anzi, sono orgoglioso che Lei abbia preso la sua decisione. Piccola premessa: l’ISS afferma che sia vaccinati che non vaccinati possono contrarre il virus, quindi sta ad indicare che l’italiano ultimamente è una opinione e Vi spiego perché. Molti giornali nazionali e TG suddividono la popolazione in Immunizzati e NO VAX…cosa più falsa che possa esistere in quanto:

Immunizzazione 

Creazione di uno stato di immunità, attiva o passiva, generica o specifica per un dato antigene. L’i. attiva si compie attraverso i vaccini, che inducono nell’organismo anticorpi specifici; ha la caratteristica di durare nel tempo (anni o tutta la vita), e di essere altamente efficace nell’eradicazione di malattie epidemiche; si attua con vaccini vivi attenuati (poliomielite, morbillo, parotite, rosolia, febbre gialla, tubercolosi, BCG), con vaccini inattivi coniugati (epatite A, pertosse, tifo, influenza, meningococco, rabbia), con tossine (difterite, tetano) o con vaccini ricombinanti (epatite B). L’i. passiva avviene con la somministrazione di anticorpi (immunoglobuline), che possono essere purificate e specifiche contro un particolare antigene o un concentrato di siero di soggetti particolarmente immuni; caratteristica dell’i. passiva è la sua breve durata; la i. passiva è raccomandata per il trattamento e la profilassi di alcune malattie virali e batteriche (epatite, varicella, rabbia, botulino, tetano, difterite), quando il soggetto non sia coperto da una i. attiva o sia ad alto rischio di sviluppare malattia grave.

La fonte è l’enciclopedia TRECCANI quindi non il primo pirla che si trovi al bar, poi se andiamo ad analizzare nello specifico il virus SARS-CoV-2 scopriamo che in terapia intensiva ci vanno a finire sia i non vaccinati che i vaccinati (questo per mia esperienza personale in quanto conosco persone vaccinate che ad oggi sono in terapia intensiva).

Detto questo NESSUNA persona è immune al virus, tutti possono essere contagiosi o contagiare, da ciò possiamo evincere che il dato sui CONTAGI GIORNALIERI È ININFLUENTE IN TERMINI STATISTICI, di conseguenza l’unico dato sensibile è il dato riguardante le TERAPIE INTENSIVE.

Per esempio, dati dell’8/11/2021 dicono che le terapie intensive a livello Nazionale sono occupate da 415 persone….quindi 415 è il numero delle persone in terapia intensiva (in quel giorno, ndr) a prescindere che abbiano fatto il tampone o meno quindi è un dato che va rapportato a livello NAZIONALE, il giochetto è semplice in Italia la popolazione è di 59258000 persone di cui abbiamo detto (fonte del Ministero tra l’altro) che 415 sono in terapia intensiva, ciò sta a significare che ad oggi il SARS-CoV 2 incide per lo 0,0007% (arrotondando, ndr) sulla popolazione nazionale che possa andare in terapia intensiva, facendo l’avvocato del diavolo e tenendo conto che gli sfortunati siano SOLO i non vaccinati arriviamo subito ad un altro dato molto interessante, il Ministero riferisce che le persone che hanno completato l’intero ciclo vaccinale è il 75% quindi 44443500 persone i restanti 14814500 sono i non vaccinati, riprendendo il gioco di prima abbiamo che la percentuale di non vaccinati che va a finire in terapia intensiva a livello nazionale è lo 0,0028 % (arrotondando, ndr). 

Io sono un tecnico, una persona semplice ed estremamente ignorante ma i numeri fanno parte del mio lavoro e li so leggere molto bene!!! I dati sui contagi sono palesemente falsati, in quanto riguardano prevalentemente le persone che non hanno effettuato la vaccinazione, mentre i dati di terapia intensiva si rivolgono ad un’area più ampia, ossia, l’intera popolazione.

Ora con un’incidenza dell’ 0,0007% se teniamo in considerazione l’intera popolazione o dello 0,0028% se prendiamo in considerazione SOLO i non vaccinati, non vi sembra che l’emergenza sia una cosa gonfiata ad hoc? Non vi sembra che ci sia molto di più sotto [...] una pseudo pandemia?

IO NON NEGO IL VIRUS, NON NEGO L'EFFICACIA DEL VACCINO, MA CAPISCO QUANDO VENGO PRESO IN GIRO E PRESTO SE NE RENDERÀ CONTO L’INTERA POPOLAZIONE

Grazie del tempo dedicatomi, ho scritto a voi perché vi reputo un gruppo serio che pensa e ragiona con la propria testa. Ovviamente i dati ed i calcoli sono solo ed esclusivamente frutto dei ragionamenti miei su dati di pubblico dominio e pubblicati dal ministero, ho solo ed esclusivamente fatto delle proporzione e dei rapporti.

Distinti saluti

Emanuele Fugolo 
9  novembre 2021 - aggiornamento 07 dicembre 2021 (correzione refusi sui calcoli percentuali)

COMMENTO alla LETTERA DI EMANUELE FUGOLO:
COVID-19 E VIRUS SARS-COV-2 FRA DIRITTO, ARS MEDICA E SCIENZA

di
Luca Scantamburlo



Ho diffuso questa preziosa testimonianza di Emanuele Fugolo - vaccinato per sua stessa ammissione - perché le persone prendano consapevolezza che esiste una regia ed una agenda più o meno manifesta - alimentata da mass media ed organi istituzionali - per dividere e lacerare le famiglie e la società civile tutta, spaventando con numeri e statistiche allarmanti che danno certi assunti come dogmi di fede non contestabili, quando la realtà dei fatti è molto diversa da quella dipinta a tinta unica dal Governo e da molti Presidenti di Regione (probabilmente in buona fede e vittime loro stessi di una distorsione della realtà e di una errata percezione del fenomeno).
Emanuele Fugolo - da cittadino responsabile e consapevole della importanza del rispetto del dissenso quando motivato e assunto per intima convinzione personale - non si fa fregare dal clima di caccia alle streghe indegno di una società civile ed in aperto sovvertimento dei valori costituzionali fatti propri dalla coscienza collettiva nazionale all'indomani della seconda guerra mondiale e per tutto il corso della seconda metà del secolo scorso. Egli non solo esercita il dubbio socratico e si mette alla prova cercando di comprendere personalmente e basandosi su fonti ufficiali, ma resta anche fedele ai doveri di protezione ed osservanza e difesa della carta costituzionale (art. 52-54 Cost.) che non contempla una tutela frazionata dei diritti, ma sancisce una tutela sistemica e non consente la discriminazione dei cittadini italiani in cittadini di serie A e cittadini di serie B (rispetto dell'art. 3 Cost), con ridotto esercizio di una parte della cittadinanza trasformata in paria.
La lettera di Emanuele Fugolo è inoltre uno straordinario esempio di tolleranza e rispetto reciproco all'interno di un nucleo familiare, ove diverse scelte di salute - prese per intimo convincimento personale - non ostacolano il dialogo. Esse hanno pari dignità e l'orgoglio con cui Emanuele parla della scelta della compagna, è anche un bellissimo messaggio di unione ed amore, che contrasta con il clima di separazione e discriminazione che le Istituzioni seminano e portano avanti con perseveranza ostinata da quasi due anni, comprimendo diritti fondamentali dell'individuo e danneggiando tutta la collettività.


PRINCIPIO CONSENSUALISTICO: CONSENSO E DISSENSO ALL'ATTO SANITARIO

In primo luogo egli riconosce indirettamente ed implicitamente che il principio consensualistico è un diritto fondamentale dell'individuo in materia di salute: prevede il consenso informato oppure il dissenso ad un atto sanitario invasivo e rischioso, in piena libertà e senza subire pregiudizio o ricatti (come riconosciuto dalla stessa Corte Costituzionale con la sentenza nr. 438/2008, che ha recepito ed accolto i principi della Convenzione di Oviedo e della successiva Carta di Nizza).
Lo stesso Emanuele Fugolo ne è consapevole ed egli si dice orgoglioso che la sua compagna abbia operato questa scelta. Rispetta il suo libero dissenso: una diversa scelta nell'ambito della salute avente pari dignità (da comprendere invece, semmai ed eventualmente, quanto la scelta di Emanuele Fugolo sia stata figlia di una sua adesione libera ed intima oppure fatta perché ci si è sentiti ricattati socialmente o lavorativamente da uno Stato schimittiano e leviatano).


EFFICACIA DEI VACCINI E TERAPIE INTENSIVE: VACCINATI E NON VACCINATI

In secondo luogo la lettera di Emanuele Fugolo - davvero encomiabile per l'equilibrio e l'acume con cui è stata scritta - assume per valida la tesi secondo la quale chi finisce in terapia intensiva sarebbe soltanto un non vaccinato: sappiamo da evidenze di osservazione a livello nazionale ed europeo che la realtà è ben diversa e lo stesso Emanuele Fugolo ne è ben consapevole (infatti egli dice in proposito che vuole fare l'avvocato del diavolo). Ultimamente fra le persone ricoverate in ospedale per problemi respiratori e/o febbrili, abbiamo sempre più vaccinati (con una o più dosi anticovid-19 già ricevute). 
Ma il fenomeno - negato o taciuto oppure minimizzato nelle sue implicazioni da mass media che vengono meno ai loro doveri deontologici - non riguarda solo l'Italia: recentemente il dottor Kristiaan Deckers - responsabile medico del GasthuisZusters Antwerpen (GZA) nella città di Anversa in Belgio - intervistato dal canale televisivo regionale belga ATV, ha sostenuto pubblicamente che da alcune settimane in terapia intensiva si registrano soprattutto persone vaccinate. Questo fallimento di efficacia dei vaccini e delle terapie geniche - ben al sotto delle rosee previsioni del 2020 - è un fatto inconfutabile. 
La cosa trova un indiretto riscontro anche nelle parole pronunciate dalla dottoressa Anna Maria Cattelan, infettivologa e Direttrice del reparto di Malattie infettive dell’Azienda Ospedale Università di Padova, la quale intervistata recentemente dalla emittente televisiva La7 (Myrta Merlino, trasmissione l'Aria che tira) ha affermato - pur sottolineando la importanza del completamento dei cicli vaccinali e dei richiami - che circa il 40/ 45% delle presenze in terapia intensiva nei reparti che lei conosce, sono al momento persone vaccinate. Vero che la dottoressa Cattelan ha detto durante la trasmissione televisiva che una parte di questi soggetti ricoverati ha un quadro di comorbilità, cioè di malattie pregresse. Nondimeno, la domanda che mi pongo e pongo a tutti è: perché queste persone già vaccinate con più dosi (richiami o boosters) risultano positive al virus e/o affette da sintomi riconducibili alla sindrome COVID-19, nonostante siano state vaccinate?
È palese che la vaccinazione anti-Covid-19 non è in grado di assicurare interruzione efficace della catena di "contagio", cioè che i vaccini o le terapie geniche usate al momento per contrastare la sindrome Covid-19 non sono in grado di arrestare in modo determinante la catena di "contagio" qualunque cosa questo contagio sia.

Inoltre gli esiti dei tamponi sulla infezione da SARS-CoV-2 non sono esenti da falsi positivi e ciò incide sulle statistiche, alterandole nella narrazione e nella lettura del fenomeno del cosiddetto "contagio"; i test diagnostici molecolari noti come tamponi sono in realtà meri indici probabilistici con minore o maggiore accuratezza non solo in funzione dei cicli di amplificazione della macchina del test; infatti il virus SARS-CoV-2 è andato ad aggiungersi agli altri quattro (4) ceppi virali coronavirus a RNA già presenti ed endemici, che esistono in Europa da centinaia di anni ("[...] altri coronavirus umani che causano raffreddori e sindromi simil influenzali lievi, ma tutti questi sono diversi da SARS-COV-2, che è quindi considerato un NUOVO virus umano.", fonte Il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) era già comparso nell'uomo? A cura del Gruppo ISS Comunicazione COVID-19, sito Web ISS)

In terzo luogo si dà per valida - come ipotesi di partenza - la affermazione secondo la quale la immunizzazione artificiale tramite vaccinazione (classica con antigene a vettore virale, oppure tramite terapia genica a RNA messaggero) sarebbe paragonabile alla immunizzazione naturale a seguito di malattia, in termini di efficacia, e sarebbe uguale nella risposta da individuo ad individuo quando in realtà essa mima o tenta di replicare i meccanismi di quella naturale, e non dura tutta la vita (come i richiami delle vaccinazioni con ulteriori dosi attestano, e così come riconoscono gli stessi foglietti illustrativi dei farmaci, che contemplano la possibilità che la vaccinazione non funzioni ed il vaccino non protegga oppure non interrompa la catena di contagio -casi "non responder" in gergo tecnico).
Lo stesso dottore e professor Marco Cosentino - nella sua audizione in Senato dell'ottobre 2021 - ha illustrato la consapevolezza e l'acquisizione di dati che dimostrano che la risposta anticorpale indotta dai vaccini/sieri genici arriva a durare tre mesi (12 settimane) al massimo, un periodo di tempo molto più breve di quanto si pensasse. Il professor Cosentino è Dottore di ricerca in Farmacologia e Tossicologia, nonché docente ordinario di Farmacologia presso la Scuola di Medicina dell'Università dell'Insubria dove è responsabile del Centro di ricerche in Farmacologia Medica. Il professor Cosentino arriva dunque a sostenere - come altri suoi colleghi in Italia e nel mondo - che aver completato il ciclo vaccinale non significa garantire assenza di contagiosità.

"Tutti possono contagiarsi e tutti possono contagiare: quali soluzioni?

In conclusione, assumere che dopo vaccinazione (e forse anche dopo guarigione) si sia ipso facto non contagiosi non è scientificamente sostenibile, e le evidenze indicano se mai il contrario, documentando come il rischio di contagio non sia così diverso per i vaccinati rispetto ai non vaccinati, e in ogni caso anche nei vaccinati non sia per nulla trascurabile."
COSENTINO, Marco, Dott. e prof. , 7 ottobre 2021, Memoria per l'audizione informale presso la 1° Commissione Affari costituz., Senato della Repubblica

La consapevolezza di Emanuele Fugolo - il quale conosce personalmente persone ricoverate che avevano precedentemente ricevuto una o più dosi di vaccino - e la convinzione espressa dal Prof. Cosentino in audizione alla 1ª Commissione permanente Affari costituzionali (Affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione), erano già state pubblicamente sostenute indirettamente dal dottor Antonio Magi, Presidente dell'Ordine dei Medici di Roma, il quale a fine luglio 2021 - intervistato da Radio Radio - aveva candidamente ammesso che:

[...] "Il vaccinato può essere comunque un contagiante, può contagiare. Sia il vaccinato che il non vaccinato possono contagiare. Far passare il messaggio che il non vaccinato sia un pericolo pubblico non è corretto. E’ un pericolo per se stesso, eventualmente. Può infatti contrarre la malattia e restare asintomatico come può invece sviluppare sintomi anche gravi, ma del resto può infettare, come può farlo un vaccinato”.
Fonte: "Magi (Presidente Ordine Medici): “Vaccinati contagiano come non vaccinati”, allora il Green Pass?" di Giulia Bertotto, Anche i vaccinati contagiano: è su queste evidenze scientifiche che il Green Pass non ha alcuna logica sanitaria", 22 luglio 2021: 

Osservo in ultima analisi quanto segue, riepilogando in parte quanto già discusso sopra ed aggiungendo ulteriori considerazioni.


MALANNI DI STAGIONE E COVID-19: STATISTICHE DI UNA MALATTIA FAGOCITANTE

La influenza stagionale ed i malanni di stagione dove sono nelle statistiche e quale peso hanno avuto ed hanno nei conteggi dell'andamento epidemiologico? Febbre influenzali classiche, infezioni batteriche e /o virali, che si manifestano soprattutto in chi ha difese immunitarie abbassate, possono essere state interpretate - anche a causa di falsi positivi - come sospetta COVID-19, che assurge così ad una espressione e definizione di malattia FAGOCITANTE: tale definizione di malattia è stata alimentata dalle stesse Istituzioni e dai Mass media stessi, inglobando con consapevolezza o meno anche altre patologie per cui il fenomeno di rilevazione statistica COVID-19 è spurio, e non ben chiaro a livello statistico-epidemiologico; molto sovrastimato probabilmente avendo assorbito altre manifestazioni febbrili, influenzali e di difficoltà respiratorie, dovute ad altra natura virale o batterica. 


I TAMPONI SONO MERI INDICI PROBABILISTICI: IL MONITO DEL PREMIO NOBEL PER LA CHIMICA 1993 - Dr. KARY MULLIS - E DEGLI SCIENZIATI DEL GOVERNO BRITANNICO

A differenza della posizione espressa dal Prof. Cosentino - di cui ovviamente io rispetto la solida formazione in campo universitario, di ricerca e la sua esperienza come addetto ai lavori - io non sono convinto che i tamponi siano " [...] la soluzione più opportuna e che meglio si presta a garantire sicurezza e salute pubblica in ogni ambiente è rappresentata da un accesso diffuso e facilitato ai tamponi, molecolari come antigenici, rinofaringei così come salivari." (Cosentino Marco, Dott. Prof., ibidem).
Io penso che i tamponi e la loro estensione diagnostica a persone asintomatiche, siano all'origine di tutta la gestione fallimentare della emergenza sanitaria: proprio a causa della ossessione con cui si vuole attribuire esattezza e certezza ad una diagnostica caratterizzata da criticità, come ammesso dallo stesso Premio Nobel per la Chimica 1993 dottor Kary B. Mullis (1944-2019), biochimico statunitense inventore della PCR (Polymerase Chain Reaction), cioè della Reazione a catena della polimerasi, tecnica di biologia molecolare che consente di amplificare piccoli frammenti di genoma e per la quale ha vinto il Premio Nobel, e che dal 1983 ad oggi è diventata di grande importanza sia nella ricerca medica sia nella scienza forense. Il dottor. Mullis è sempre stato scettico ed estremamente critico sulla possibilità di sfruttare la PCR in campo diagnostico, proprio a causa della possibilità dei falsi positivi insita nella metodica stessa quando usata nella diagnostica. 

La realtà - checché se ne dica - è che i tamponi basati su RT-PCR molecolari sono meri INDICI PROBABILISTICI poiché privi di gold standard di riferimento; lo stesso prestigioso British Medical Journal afferma che "[...] Confrontare test antigenici rapidi e diffusi con test molecolari mirati e poco frequenti è una falsa equivalenza che porta a danni. In sintesi, attualmente non esiste un gold standard"; i falsi positivi inquinano la lettura dei dati statistici come già ricordato sopra, nella tecnica di biologia molecolare chiamata real time RT-PCR (reverse transcription (rt)-Real Time PCR), che combina due PCR, una RT-PCR ed in seguito una Real Time PCR per la identificazione del genoma del virus SARS-CoV-2.; il problema dei falsi positivi e della restrizione delle libertà e dei diritti fondamentali è stato anche indirizzato al Governo britannico, da uno studio di esperti epidemiologici governativi, ma non ha evidentemente avuto l'importanza e l'attenzione che meritava e merita.

Il lavoro - seppur non pubblicato su una rivista peer review - è notevole: esso riguarda i tamponi molecolari e si sofferma sull'impatto di falsi positivi e falsi negativi nel programma di test RT-PCR COVID-19 del Regno Unito. Gli autori sono Kate Baker e Carl Mayers; quest'ultimo è Head of Epidemiology al Government Office of Science. Cito direttamente - traducendo dall'inglese all'italiano - alcuni passaggi dei paragrafi che riguardano il problema dei falsi positivi:

[...] "Qual è il tasso di falsi positivi operativo nel Regno Unito? Il tasso di falsi positivi operativi nel Regno Unito è sconosciuto. Non ci sono studi pubblicati sul tasso di falsi positivi operativi di alcun programma nazionale di test COVID-19."

 "[...] I dati DHSC [3] mostrano che sono stati effettuati 100.664 test il 31 maggio 2020 [...]. 1.570 di questi test sono risultati positivi per SARS-CoV-2 (1,6%). La maggior parte delle persone testate in quel giorno non aveva SARS-CoV-2 (il 98,4% dei test è negativo). Quando solo una piccola parte delle persone sottoposte al test hanno il virus, il tasso di falsi positivi operativi diventa molto importante.
Chiaramente il tasso di falsi positivi non può superare l'1,6% quel giorno ed è probabile che sia molto più basso. Se il tasso di falsi positivi operativi è stato dello 0,4%, 400 dei 1.570 test positivi sarebbero falsi positivi. Ciò rappresenterebbe l'isolamento di 400 persone quando stanno bene e molti sforzi sprecati in tracciamento dei contatti. È possibile che una parte delle infezioni che attualmente consideriamo asintomatica potrebbe infatti essere dovuto a questi falsi positivi.
A meno che non comprendiamo il tasso operativo di falsi positivi del sistema di test RT-PCR del Regno Unito, rischiamo di sovrastimare l'incidenza di COVID-19, la domanda di tracciamento e l'entità di
infezione asintomatica." 

Il dottor Paul Brennan - Assegnista di ricerca clinica presso il Centro di Medicina Rigenerativa e Scienze cliniche presso la Università di Edimburgo - il 28 settembre 2020 ha prodotto una relazione in cui non solo cita il lavoro di Carl Mayers e Kate Baker, ma argomenta dal punto di vista matematico che se la prevalenza di infezione riscontrata è molto bassa (che è il caso tipico), allora il tasso di falsi positivi è dominante e ciò risulta in una sovrastima dei positivi. Se invece la prevalenza è molto alta allora domina il tasso di falsi negativi.
Attualmente in Italia il caso tipico è una prevalenza di infezione molto bassa (la prevalenza di una infezione è una misura della proporzione di "eventi" presenti in una detterminata popolazione in un tempo X).
Questo significa che sta attualmente prevalendo il tasso di falsi positivi (cioè vi è una sovrastima dei casi di positività), e dunque ne consegue che molte persone asintomatiche - trovate positive al virus - stanno subendo oggi in Italia una indebita ed ingiusta compressione dei loro diritti e libertà fondamentali.


TAMPONI: ASSENZA DI GOLD STANDARD DI RIFERIMENTO

Una infezione da agente patogeno opportunista virale da ceppo coronarivus Sars-CoV-2, è a RNA: il virus muta per definizione e quello a RNA tende a farlo più velocemente rispetto ad un virus a DNA, nel suo replicarsi ed adattandosi allo spettro ospite (gli esseri umani nel nostro caso); come già dichiarato a Marghera da un esperto di virus e batteri come il Prof. Giorgio Palù - Presidente AIFA, in conferenza stampa il 27 dicembre 2020 assieme a Luca Zaia Presidente della Regione Veneto - nella sua lunga esperienza di cinquanta anni di studio di virus o batteri egli non ha mai visto un simile virus o analogo, che prima o poi non si sia adattato o non si adatti alla specie umana; pertanto possiamo dire che il virus SARS-CoV-2 si è adattato e le varianti riscontrate - nonostante bisogna ribadire che il virus non sia stato isolato fisicamente e correttamente come già evidenziato dal dottor Fabio Franchi - sono prodotte dalle stesse vaccinazioni, che diventano una pressione selettiva e costringono il virus a mutare ancora di più di quanto farebbe da solo; lo stesso Walter Riccardi, medico e già consulente del Ministro della Salute, lo ha candidamente ammesso mesi fa in televisione; fra l'altro, lo stesso professor Giorgio Palù ammise a fine dicembre 2020 che il tampone molecolare alla ricerca del virus SARS-CoV-2 non ha un gold standard di riferimento, come già riconosciuto dallo BMJ.

PRESUNTO ISOLAMENTO FISICO DEL VIRUS SARS-CoV-2: INTERROGATIVI

Faccio un inciso: la questione del presunto isolamento fisico del virus SARS-CoV-2 è una questione medico-scientifica controversa ed ineludibile: dimostrare che non è mai stato isolato e fotografato al microscopio e che dunque potrebbe non esserci alcun mandante ed esecutore specifico della sindrome similinfluenzale chiamata COVID-19 (reale forse soltanto nella sua espressione fagocitante di altre malattie, trattate in modo non corretto inizialmente), è una cosa di non poco conto: sarebbe un vero e proprio colpo da KO, come già suggerito dal dottor Fabio Franchi, medico infettivologo di Trieste intervistato recentemente da Beatrici Silenzi.
Tramite l'impegno della associazione triestina UHRTA (United Human Rights Trieste Association), di alcuni genitori e cittadini (Barbara Todisco, Stefania Marchesini e Tiziana Collazuol) e dell'Avvocato Michele Rodaro del Foro di Udine, nel giugno 2021 il dottor Franchi ha portato i suoi interrogativi anche all'Istituto Superiore di Sanità (ISS) di Roma, ed agli Ospedali Luigi Sacco di Milano e "Lazzaro Spallanzani" IRCCS di Roma: soltanto la professoressa Maria Rosaria Capobianchi - Direttore del Dipartimento  di Epidemiologia clinica e diagnostica avanzata dell'INMI “Lazzaro Spallanzani” - ha risposto gentilmente all'avvocato Michele Rodaro ed alla sua istanza di accesso agli atti secondo FOIA italiano firmata dal legale udinese, in rappresentanza della associazione triestina.

Nessuna risposta sinora da parte dello ISS di Roma o dall'Ospedale Sacco di Milano. La condotta omissiva dello ISS interpellato a mezzo FOIA (ai sensi del Decreto legislativo n. 97 del 2016, pensato per incoraggiare e promuovere la trasparenza della Pubblica amministrazione ed il ruolo vigile di controllo da parte di cittadini ed associazioni) è forse l'aspetto più grave (ma io stesso ne sono stato già testimone anni fa in occasione di miei interrogativi tramite posta elettronica ordinaria a cui non mai ho avuto risposta dallo ISS, risalenti al 2017 ed oggetto anche di un mio esposto alla autorità giudiziaria, di una richiesta di accesso agli atti del Codacons Roma che menzionava anche la mia richiesta di informazioni, e di un fascicolo penale nato dal mio esposto il quale fu infine archiviato dalla Procura della Repubblica di Roma dopo quasi due anni di indagini in materia di farmacovigilanza e sicurezza dei prodotti vaccini, con due ipotesi di reato).

La cortese risposta agli interrogativi della associazione triestina e del dottor Franchi avanzati come esercizio di accesso civico generalizzato, da parte della responsabile dello Ospedale Spallanzani, comprende una documentazione in allegato: 14 lavori scientifici sull'isolamento del virus che proverebbero l'esistenza del virus SARS-CoV-2, ma non l'avvenuto isolamento fisico dello stesso. La lettera di risposta della professoressa è centrata sul "sequenziamento" come lettura del genoma, da non confondersi con "l'isolamento virale". La responsabile Capobianchi ha affermato che "All'INMI abbiamo isolato numerosi ceppi di SARS-CoV-2, messi a disposizione della comunità scientifica tramite piattaforme certificate (banche di virus)". Nondimeno la esperta in microbiologia e virologia dello Spallanzani si è rifiutata di fornire atti da consultare sostenendo che il richiedente (l'associazione UHRTA e l'Avvocato Michele Rodaro, il legale udinese che ha ricevuto mandato per la istanza di accesso agli atti), non avrebbe alcun titolo a consultare i loro "registri di laboratorio".
Il dottor Fabio Franchi ha replicato alla professoressa Capobianchi per lettera nel settembre 2021, argomentando ed analizzando proprio la risposta della professoressa Capobianchi e la sua documentazione: in realtà la possibilità dell'isolamento fisico c'è e dunque ancora una volta egli ha avuto sostegno al suo convincimento personale che il virus SARS-CoV-2 non sia ancora un virus isolato fisicamente nel modo corretto. Parlare di solo sequenziamento non esaurisce la questione della separazione ed isolamento del microrganismo patogeno. Secondo il medico triestino solo l'isolamento fisico del virus consente di avere certezza in merito all'origine della patologia a cui viene associato (la COVID-19): la procedura di isolamento di cui egli ha chiesto conto è una procedura standardizzata in virologia utilizzata anni fa anche per il virus HIV dell'AIDS (anche se poi la procedura si è interrotta all'epoca delle ricerche dei professori Robert Gallo e Luc Montagnier, che non la conclusero). Solo isolando le proteine ed il codice genetico delle particelle virali - separate dal resto - si può essere certi secondo il dottor Franchi.


UN VIRUS MUTANTE: IL  FATTORE ATTIVO DEL SISTEMA IMMUNITARIO NATURALE ("NATURAL ACTIVE FIGHTER")

Detto questo, torno ora alla tesi condivisa dai più e diamo per valida - in ipotesi - la esistenza di questo virus specifico e la sua concretezza di agente patogeno virale responsabile della sindrome COVID-19: si osserva che nel susseguirsi delle mutazioni del coronavirus a RNA, è naturale una diminuzione di letalità del virus stesso man mano che l'agente patogeno opportunista si adatta alla specie umana e questa reagisce producendo risposta immunitaria primaria e memoria immunologica (risposta secondaria): da ciò possiamo dedurre che la letalità e la mortalità del virus di oggi non sono paragonabili ai mesi iniziali della epidemia (anno 2020), nel momento in cui l'organismo umano si confrontava con esso per la prima volta. I virus della influenza mutano ogni stagione ed il virus SARS-CoV-2 viene associato ad una sindrome similinfluenzale, e fa parte della famiglia dei coronavirus: che i virus delle influenze replicandosi vadano incontro a mutazioni nel tempo, ce lo ha ricordato anche il celebre professor Robert Gallo, in visita a Napoli nel 2009 ed intervistato da Pietro Greco:

"[...] Quando un virus della comune influenza si replica, riproducendo se stesso, va spesso incontro ad alcune mutazioni a variazioni della sua struttura genetica. In altri termini cambia e ci obbliga spesso a trovare un nuovo vaccino."

Esiste dunque un contributo significativo del sistema immunitario naturale a rendere meno letale il virus SARS-CoV-2: su questo fattore poco pesato e non compreso appieno dalle istituzioni e da chi fa politica sanitaria, esistono studi di revisione tra pari al vaglio presso la comunità scientifica: fra i più coraggiosi addetti ai lavori nel campo epidemiologico e statistico, vi sono anche due italiani della Università degli Studi di Padova e Venezia, i quali da molti mesi tentano di pubblicare le loro ricerche e che attualmente - dopo diversi inspiegabili rifiuti anche di prendere in considerazione il loro lavoro per una valutazione critica - sono riusciti ad andare in peer review (selezione e valutazione critica da parte dei cosiddetti referee delle pubblicazioni scientifiche). Conosco personalmente uno dei due ricercatori e trattasi di persona preparata, titolare di due lauree in due diversi campi del sapere ed onesta intellettualmente. So anche che uno dei virologi da anni sotto la luce dei riflettori nazionali televisivi, ha preso visione di tali ricerche in privato ed è rimasto incuriosito e sorpreso di questa nuova prospettiva e postura analitica.

Sempre a proposito di questo specifico contributo italiano di ricerca ancora inedito ed ancora poco considerato in generale nella letteratura medica e scientifica, risulta davvero illuminante la considerazione del già citato Prof. Marco Cosentino, sentito in 1° Commissione Affari costituzionali: Infatti egli nella sua relazione scrive che:

[...] "l’immunità dei guariti è molto solida e duratura, al punto di essere ancora dopo 12 mesi più alta della miglior immunità vaccinale a 2-3 mesi, è ragionevole aspettarsi da parte dei guariti una contagiosità forse non nulla ma probabilmente inferiore rispetto a chiunque altro. Peraltro, anche la durata presunta della protezione post-guarigione andrebbe tenuta presente nel definire la durata delle certificazioni verdi per le diverse fattispecie: in particolare, la durata post-guarigione dovrebbe essere almeno doppia rispetto alla durata postvaccino."
COSENTINO, Marco, Dott. prof, 7 ottobre 2021, Memoria per la audizione presso la 1° Commissione Affari costituz., Senato della Repubblica.

A questo proposito nella sua relazione ed esposizione in remoto con i senatori della 1° Commissione, il professor Marco Cosentino ha anche analizzato le conclusioni principali a cui è giunto un recente studio epidemiologico della Università di Oxford. Ne cito solo due (entrambi afferenti la dimensione temporale):

1) "Dopo 12 settimane (quindi tre mesi scarsi) dalla vaccinazione , non c'è più alcuna differenza nella trasmissione della variante Delta (del virus, ndr) tra vaccinati e non vaccinati"

2) "Indipendentemente dall'essere o meno vaccinati, essere positivi asintomatici riduce la contagiosità del 72% vs la variante Alfa e del 39% vs la delta (quindi, tanto quanto AZ e poco meno di Pfizer)"

Se un virus diminuisce man mano la tua letalità nel tempo anche a causa della resistenza che il sistema immunitario naturale oppone con la sua lotta e risposta anticorpale naturale e con la memoria immunologica che ne scaturisce, è ovvio che il valore della sua trasmissibilità come patologia infettiva - e in questo caso ci si riferisce al livello di contagiosità (R0, erre con zero) - non può più destare la medesima preoccupazione che destava precedentemente. 


ETÀ MEDIANA DEI DECESSI: SOVRAPPONIBILE ALLA ASPETTATIVA DI VITA

Sin dall'anno 2020 l'età mediana dei decessi attribuiti a pazienti deceduti ed associati alla malattia COVID-19 è praticamente sovrapponibile alla aspettativa di vita (che negli ultimi anni in Italia oscilla fra 82 anni di età ed 83 anni di età): il più recente rapporto ISS (Istituto Superiore di Sanità) sulle caratteristiche dei pazienti deceduti e positivi alla infezione da SARS-CoV-2 in Italia, riporta età mediana dei decessi pari a 82 anni di età in un range di 0-109.
Al 5 ottobre 2021 i dati ufficiali dello ISS di Roma riferiscono che sono 1601 le persone decedute di età inferiore ai 50 anni su un totale di 130468 di pazienti deceduti associati a COVID-19 dall'inizio della epidemia/"pandemia": cioè soltanto l'1,2 % del totale dei decessi aveva meno di cinquant'anni di età.
Tuttavia i bollettini giornalieri epidemiologici relativi alla COVID-19 che giornali, radio e televisioni diffondono con macabra e cinica puntualità quotidiana, non forniscono mai o quasi mai il dato anagrafico associato ai decessi: ciò - oltre che essere una sospetta infrazione deontologica giornalistica, perché i bollettini non sono mai accompagnati da una voce critica rispetto a questa mancanza di informazione - falsa continuamente la percezione che la opinione pubblica ha del fenomeno COVID-19 nella sua autentica valenza di letalità e mortalità ed in tutte le sue implicazioni, cioè di rischio. 

 

REAZIONI AVVERSE AL VACCINO: FARMACOVIGILANZA PASSIVA
E SOTTOSTIMA DEGLI  EVENTI AVVERSI

In Italia in genere la farmacovigilanza è passiva e non attiva: questo comporta una grande sottostima nel determinare la reale portata del fenomeno delle sospette reazioni avverse alla vaccinazione, in quanto la registrazione degli eventi avversi - a meno che non incorrano al momento della vaccinazione o subito dopo, è lasciata alla segnalazione spontanea degli assistiti/pazienti che ricevono la dose. Ricordo che tutte le potenziali e sospette reazioni avverse insorte vanno correttamente registrate e segnalate, indipendentemente che vi sia o meno un nesso causale. 

Nel nostro Paese il sistema nazionale di farmacovigilanza (Decreto Ministeriale del 30 aprile 2015) è  gestito  dall’AIFA  (Agenzia Italiana del Farmaco) a  livello  nazionale, ed i dati raccolti contribuiscono alle  attività  di  farmacovigilanza  dell’Unione  Europea: la maggior parte dell'attività di farmacovigilanza viene svolta in forma passiva anche se sono stati attivati in passato progetti di farmacovigilanza attiva (il più celebre quello attivato dalla Regione Puglia dal 2016 nell'ambito di alcune vaccinazioni pediatriche, in particolare la "Sorveglianza attiva degli eventi avversi dopo vaccinazione anti-MPRV"). Nella maggior parte dei casi, l'AIFA si limita ad incoraggiare gli assistiti, i medici di medicina generale, farmacisti ed altri operatori sanitari a segnalare le sospette reazioni avverse, le cosiddette ADR ("reazioni avverse ai farmaci"), vaccini inclusi.
A proposito della Regione Puglia, significative le seguenti parole tratte direttamente dal sito istituzionale regionale, alla voce "Farmacovigilanza":

"Secondo i dati rilevati dalla Commissione Europea(2):

  • Circa il 5% dei ricoveri ospedalieri è causato da ADR(3, 4, 5)
  • Il 2-6% dei pazienti ricoverati incorre in una reazione avversa da farmaci
  • Le ADR rappresentano la 5° causa di morte in ospedale
  • Il costo sociale legato alle ADR è di circa 79 miliardi di euro l’anno

I dati sulla sicurezza dei medicinali vengono ricavati da differenti fonti:

  • segnalazioni spontanee di sospette reazioni avverse
  • studi di farmacovigilanza attiva e letteratura scientifica
  • rapporti inviati dalle industrie farmaceutiche

La segnalazione spontanea è il metodo che più frequentemente viene utilizzato poiché è semplice, pratico, ha un costo bassissimo, è valido per tutti i farmaci e per tutta la loro vita, consente di rilevare le ADR rare."

Nel periodo 15 maggio 2017 – 15 maggio 2018 è stato attivato in Puglia un progetto di sorveglianza attiva delle reazioni avverse a seguito della vaccinazione pediatrica anti-MPRV, cioè del cosiddetto vaccino quadrivalente anti-MPRV (morbillo, parotite, rosolia e varicella): come risultato, le reazioni avverse sono aumentate di numero, registrandosi molte di più se comparate a quelle registrate durante il monitoraggio passivo di farmacovigilanza (spontaneo).

Eccone un esempio per alcuni segni e sintomi:

Febbre

Sorveglianza attiva, SEGNO/SINTOMO di Febbre/iperpiressia: 66 con 39,47 (tasso x 1000 dosi)

Sorveglianza passiva SEGNO/SINTOMO di Febbre/iperpiressia: 13 con 0,05 (tasso x 1000 dosi)


Problemi neurologici

Sorveglianza attiva,  SEGNO/SINTOMO di Sintomi neurologici: 41 con 24,52 (tasso x 1000 dosi)

Sorveglianza passiva, SEGNO/SINTOMO di Sintomi neurologici: 18 con 0,07 (tasso x 1000 dosi)

Purtroppo esiste ancora oggi una forte resistenza e pigrizia - ed anche timori di ripercussioni - da parte dei medici e di tutti gli operatori coinvolti nel comparto sanitario italiano, nel registrare potenziali reazioni avverse al vaccino (nonostante sia obbligatorio per gli operatori sanitari nelle prime 36 ore per i vaccini, e 48 ore per gli altri farmaci dal momento della somministrazione) che possono insorgere anche diversi giorni o diverse settimane dopo la inoculazione del siero. Di questo io stesso ho potuto prenderne atto interpellando medici ed infermieri di mia conoscenza, soprattutto in riferimento alla campagna vaccinale di massa contro la COVID-19, che le Istituzioni spingono al massimo ma che al contempo non trova o prevede una analoga attenzione da parte delle Autorità e dei mass media nel sensibilizzare gli utenti del Servizio sanitario nazionale a segnalare a chi di dovere eventuali eventi avversi insorti dopo la vaccinazione, anche a distanza di settimane. L'AIFA - correttamente - mette a disposizione sul suo sito Web le schede di segnalazione da inviare al responsabile di farmacovigilanza della struttura di appartenenza, e che sono divise in schede per  l'operatore sanitario ed in schede per il Cittadino. Quanti cittadini ne sono informati e le usano al bisogno?

Negli Stati Uniti d'America esiste il VAERS, acronimo della espressione Vaccine Adverse Event Reporting System che significa Sistema di segnalazione degli eventi avversi del vaccino: è un sistema di allerta precoce utilizzato per monitorare gli eventi avversi che si verificano dopo la vaccinazione, promosso dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e dalla Food and Drug Administration (FDA), agenzie del Dipartimento della Salute e dei Servizi umani (HHS) degli Stati Uniti. In Inghilterra si usa la cosiddetta Yellow Card (Carta gialla) per la segnalazione dell'evento avverso.
Nella fattispecie della situazione emergenziale pandemica dovuta o attribuita al virus SARS-CoV-2, siamo in presenza di vaccini a vettori virali e di sieri genici (terapie geniche), cioè nuovi prodotti biotecnologici che usano una nuova tecnica: la tecnologia a RNA messaggero (mRNA).
I vaccini - ed i sieri genici concepiti come vaccini dalle aziende Pfizer-Biontech e Moderna - sono farmaci che vengono somministrati come profilassi, a persone sane (non farmaci somministrati a persone affette da malattie od infezioni): pertanto la componente di scommessa dell'atto terapeutico o farmacologico, in questo caso è ancora più cruciale e sempre ineludibile. 
In Europa sono stati segnalati eventi trombotici e tromboembolici - inclusa la TTS (Trombosi con sindrome da trombocitopenia) - a seguito della somministrazione di vaccini COVID-19 con vettori virali non replicanti (esempio il Vaxzevria, precedentemente noto come Astrazeneca): in particolare, alcuni individui sani - riferisce l'ECDC, cioè il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, agenzia dell'Unione Europea - hanno sviluppato da una a due settimane dopo la vaccinazione da moderata a grave trombocitopenia e complicanze trombotiche in sedi insolite, come trombosi del seno venoso cerebrale, o trombosi nella vena porta, splancnica o epatica. Alcuni pazienti hanno sviluppato trombosi venose profonde, emboli polmonari o trombosi arteriose acute.
I CDC americani - Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie - stanno registrando diversi casi di miocarditi e di pericarditi come eventi avversi a seguito della inoculazione dei sieri genici di Pfizer-Biontech e Moderna ("vaccini" a mRNA). Miocarditi e pericarditi sono rispettivamente l'infiammazione del muscolo cardiaco e l'infiammazione del rivestimento esterno del cuore. In entrambi i casi il sistema immunitario del corpo provoca una infiammazione in risposta ad un fattore scatenante, che può essere anche una vaccinazione e non solo una infezione. 

Qual è l'impatto sulla salute delle vaccinazioni  in termini di valutazione del rapporto beneficio/rischio? Ci chiediamo: è possibile stimare l'impatto delle reazioni avverse sinora avvenute a seguito della somministrazione dei vaccini e/o dei sieri genici (terapie geniche)? La risposta è che nonostante via siano rapporti e statistiche delle potenziali e sospette reazioni avverse sia in Europa sia nelle Americhe, non è possibile avere un quadro fedele o anche vicino alla realtà dell'impatto degli eventi avversi causati dalle vaccinazioni. La motivazione è semplice: la farmacovigilanza in Italia - ma anche all'estero - è soprattutto passiva e non attiva, cioè lasciata alla spontanea segnalazione degli assistiti e degli operatori sanitari. Il fenomeno è dunque intercettato solo in minima parte: una punta di un iceberg sommerso che potrebbe avere dimensioni colossali. La percezione delle vaccinazioni in termini di reale dimensione dei potenziali effetti collaterali ed eventi avversi è dunque falsata.
Ma la considerazione di politica sanitaria - dai risvolti giuridici e bioetici - più importante in relazione alle possibili reazioni avverse ed agli atti depositati in Parlamento, si trova nell'Atto di Sindacato Ispettivo (uno strumento di controllo dell'attività di Governo) del Senato della Repubblica nr. 1-00388 pubblicato il 16 giugno 2021, Legislatura XVIII, ove si riporta espressamente ed all'insegna della cautela e della proporzionalità, una parte della lettera aperta sottoscritta da un gruppo di medici britannici (sito Web HART, Health Advisory  & Recovery Team) in cui si dice, a proposito degli effetti avversi dei vaccini, che : "[...] i potenziali effetti a insorgenza tardiva possono richiedere mesi o anni per manifestarsi"


COVID-19: LE CURE PRECOCI DOMICILIARI CHE EVITANO OSPEDALIZZAZIONI
E TERAPIE INTENSIVE 

Nonostante gli ottimi risultati conseguiti da numerosi medici volenterosi e coscienziosi - ribelli ai protocolli istituzionali di AIFA e Ministero della Salute, e che si sono dedicati a curare i pazienti sospetti COVID-19 prima di ospedalizzazioni e ricoveri - si continua a tacere o a minimizzare la straordinaria opportunità offerta dall'utilizzo di farmaci a basso costo che - se usati entro i primi 3-6 giorni dall'insorgenza dei primi sintomi - possono evitare il ricovero di persone anziane e più fragili, e più esposte alle complicanze della sindrome similinfluenzale quando già soggetti ad altre patologie.
Vi è la opportunità - ed anche necessità oserei dire - di rendere istituzionali queste terapie domiciliari efficaci ai primi sintomi, già individuate sin dalla primavera /estate 2020 ed implementate con successo da medici ribelli e coscienziosi che hanno acquisito esperienza sul campo: sono ad esempio i medici del gruppo "Movimento Ippocrate" del giurista Mauro Rango ed i medici del gruppo di "Terapia domiciliare Covid-19" degli avvocati Erich Grimaldi e Valentina Piraino. Ma anche a titolo personale e non in gruppo o in rete, altri medici hanno fatto esperienza di casa in casa, borsa in mano e mascherina al viso, visitando anziani ed adulti sospetti COVID-19. Questa loro cura e questa abnegazione e coraggio per visitare in presenza a domicilio senza paura del "contagio" di manzoniana memoria, costituisce ed ha costituito anche un valore aggiunto nella cura. Migliaia di persone hanno sono così guarite in pochi giorni evitando il ricovero ospedaliero ed eventuali terapie intensive. 
Già a fine primavera (fine marzo 2020) ed inizio estate 2020 il dottor Andrea Stramezzi curava a domicilio molti malati sospetti Covid-19 - guarendoli praticamente tutti e senza usare paracetamolo ma privilegiando antinfiammatori, cortisone, idrossiclorochina ed al bisogno eparina - e parlava in televisione (Telenova) della opportunità offerta dalla ivermectina, farmaco antimalarico (antiparassitario ad ampio spettro) che alcuni medici hanno usato con successo per trattare pazienti COVID-19 o sospetti tali, nonostante non sia stato autorizzato dalle Autorità sanitarie e più volte si sia cercato di vietarne l'uso. Il Dottor Stramezzi ed altri medici chiesero all'AIFA il permesso di usarla anche al di fuori delle strutture ospedaliere italiane dove è consentita, perché l'ivermectina risulterebbe efficace e risolutiva anche in caso di avanzata malattia COVID-19.
EMA e FDA si sono sempre opposte - non autorizzandola contro la infezione ed i sintomi da virus SARS-CoV-2 nell'ambito delle terapie e cure COVID-19 - per alcuni rischi di tossicità.

Analoghe e successive terapie domiciliari basate su aspirina, idrossiclorochina, antinfiammatori FANS, integratori vitaminici e dunque non sul protocollo tachipirina+vigile attesa (protocollo istituzionale del Ministero della Salute e dell'AIFA rivelatosi fallimentare), sono state proposte e sperimentate dall'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, e dalla Regione Piemonte (si leggano i riferimenti bibliografici nelle fonti).
Lo stesso professor Marco Cosentino anche in altri contesti diversi dalla audizione in Senato - come il suo intervento al Webinair organizzato da l'Alternativa c'è - ha sottolineato la importanza dell'utilizzo di farmaci antinfiammatori minori e maggiori, di antibiotici, e di farmaci antiaggreganti piastrinici e  anticoagulanti. 
Ciò detto, io sono dell'opinione personale che la vaccinazione di massa indiscriminata - introdotta addirittura in modo surretizio, ricattatorio e pervasivo da parte del Governo e del Legislatore, in qualunque fascia anagrafica della popolazione ed a prescindere dal rischio corso - oltre ad essere un non senso se applicata a tutti indistintamente, è una grande ipoteca sulla salute futura di milioni di individui ed un potenziale danno erariale.

MALATI, CONTAGIOSI E SANI ASINTOMATICI: DIRITTO E MEDICINA

Risultare positivi al ceppo virale SARS-CoV-2 (indicato come agente patogeno responsabile della malattia COVID-19) non significa necessariamente né essere malati né contagiosi: si tratta di un mero indice probabilistico, fra l'altro privo di indicazioni di natura quantitativa (nulla dice sulla carica virale), ed in assenza di sintomi evidenti e di una diagnosi firmata di pugno da un medico, questo dato "diagnostico" (inaffidabile), nella mia opinione da solo non dovrebbe mai costituire un vincolo per l'esercizio o meno di diritti e libertà fondamentali dell'individuo (ma anche insigni giudici la pensano così: Rif. sentenza della Corte di Appello di Lisbona, 11 novembre 2020, con cui molti giuristi ed addetti ai lavori italiani dovrebbero fare i conti e confrontarsi, in materia di diritto comparato);

La cosa più discutibile e cruciale è appunto questa: governare la gestione emergenziale di un problema sanitario ed infettivo per mezzo della dittatura dei tamponi. Si tratta di una diagnostica inaffidabile sulla quale una politica sanitaria autoritaria e sorda ad ogni critica ha fondato la sua risposta emergenziale: ciò non può che distorcere completamente la realtà dei fatti.
La maggior parte dei casi di positività al virus SARS-CoV-2 è costituita da persone asintomatiche o paucisintomatiche (fatto incontestabile) che possono avere anche esiti al test contrastanti entro poche ore, con una ridotta quota di persone più fragili, anziane, e più vulnerabili a patologie respiratorie e febbrili. La problematica dei falsi positivi e falsi negativi come esito possibile dei tamponi - privi di un gold standard di riferimento - dovrebbe indurre le Autorità ad abbandonare il loro uso come unico discrimine, soprattutto per le gravi conseguenze giuridiche previste dalle normative che li contemplino. Se non altro, ad abbandonare questa indagine diagnostica perlomeno fra le persone prive di sintomi.

Quando una politica sanitaria ostacola o silenzia terapie domiciliari precoci rivelatesi efficaci e risolutive ai primi sintomi COVID-19 - una politica che ostinatamente si basa ancora su protocolli come vigile attesa e tachipirina e sul tracciamento di persone asintomatiche e sane ancora prima che sviluppino sintomi - non fa altro che gettare le basi di una medicina di prevenzione non proporzionale alla minaccia esistente, foriera di danni sociali e di salute collaterali e comportante inutili restrizioni in termini di libertà e diritti costituzionali, falsando totalmente la verità dei fatti ed apportando un inutile sacrificio della libertà personale e di autodeterminazione (anche nella dimensione atomistica della salute, cioè individuale, che diventa salute ed interesse della collettività visto il grande numero di persone coinvolte). Il danno è anche sul piano giuridico, a causa della fiducia cieca che giuristi, giudici delle Corti, consulenti del lavoro e sindacati hanno nei confronti delle Istituzioni e del sapere istituzionale, anche quanto questo sapere medico-scientifico si dimostra contradditorio ed incapace di mantenere le promesse delle sue previsioni. 

È evidente che se vengono di punto in bianco implementate nuove misure restrittive e normative di urgenza che aumentano in modo esponenziale la quantità di tamponi giornaliera che viene fatta, aumenterà anche proporzionalmente il numero di casi positivi al virus (proprio a causa dei falsi positivi e del numero più grande di dati ottenuti nella diagnostica), dando la impressione (distorta e fallace) che sia in atto una recrudescenza della "epidemia". Il vero dato che conta dovrebbe essere soltanto la ospedalizzazione e la gravità delle condizioni di chi è ospedalizzato: la cosiddetta terapia intensiva e non bollettini giornalieri ove fra l'altro i mass media forniscono conteggi di decessi senza specificare l'età dei soggetti deceduti, e conteggi di positività senza specificare se questi positivi sono sintomatici, asintomatici o paucisintomatici: questa modalità di informazione in dati aggregati che omette specificazioni cruciali, è una modalità di informazione fuorviante e che tradisce la missione di informazione del giornalismo italiano, impedendo all'opinione pubblica di approfondire la problematica nei suoi vari aspetti e fuorviando completamente il quadro globale.

Su letalità e mortalità (concetti diversi, in quanto la mortalità si riferisce all'intera popolazione di una nazione) vi sono poi i criteri di scelta che incidono nella costruzione dei dati epidemiologici:

Lo stesso ISS giustifica le sue statistiche con la seguente logica: 

[....] "Sono da considerarsi cause di morte associate a COVID-19 le complicazioni o gli esiti collegati a patologie pre-esistenti che possono aver favorito o predisposto ad un decorso negativo un paziente con quadro clinico compatibile con COVID-19. Nel caso specifico, se l’infarto avviene in un paziente cardiopatico con una polmonite COVID-19, è ipotizzabile che l’infarto rappresenti una complicanza del COVID-19 e quindi il decesso deve essere classificato come dovuto a COVID-19. Se l’infarto avviene in un paziente che non ha un quadro clinico compatibile con COVID-19, il decesso non deve essere classificato come dovuto a tale condizione."

https://www.iss.it/covid-19-primo-piano/-/asset_publisher/yX1afjCDBkWH/content/come-si-calcola-la-mortalit%25C3%25A0-associata-al-covid-19

È una logica ed un lavoro di ipotesi su cui dissento e trovo totalmente disancorata da quanto accade nella realtà: se persone anziane presentano già una o più patologie pregresse, preesistenti nella loro storia clinica (anche gravi in taluni casi) e tali soggetti sono alla fine od in prossimità della aspettativa di vita, è evidente che una eventuale positività al virus riscontrata (che può anche essere un falso positivo) ed alcuni sintomi respiratori o influenzali non possono dare la sicurezza che un eventuale decesso sia da attribuire alla malattia COVID-19, in quanto il quadro clinico era già compromesso da prima del riscontro di positività. Inoltre, vi sono anche le sintomatologie riconducibili alle influenze ed ai raffreddori causati dagli altri quattro ceppi di coronavirus, comuni e diffusi da centinaia di anni in Europa.

La logica di catalogare addirittura persone morte in incidenti stradali  ma asintomatiche - poiché risultate positive al virus in tamponi post mortem - come decessi COVID-19 è totalmente assurda: una disonestà intellettuale ed una azzardata forma mentis che può arrivare anche a minare la corretta valutazione e lettura della realtà sanitaria negli ospedali.

Il tema poi della malattia iatrogena e della malasanità - con una quota possibile di persone che potrebbero essere morte a causa di interventi sanitari sbagliati o terapie fuori luogo - è una possibilità che le Istituzioni ed i mass media non prendono nemmeno in considerazione, e nel farlo sbagliano perché la Storia ci è maestra che nel passato tantissime persone hanno pagato a causa di interventi medici o terapie sbagliate. Inoltre, paura, ansia ed angoscia - che i mass media continuano ad alimentare con i loro bollettini incompleti e poco critici e contestualizzati - sono fattori immunosoppressori, soprattutto presso gli anziani. 

Il destino di questo virus SARS-CoV-2 - qualunque cosa sia - è di restare per sempre con gli esseri umani in forma endemica come un raffreddore o poco più, assieme agli altri ceppi di coronavirus. Già nel 2020 la malattia si presentava a decorso benigno in età pediatrica e continua ad esserlo anche oggi, per ammissione degli stessi addetti ai lavori ("[...] I dati disponibili su COVID-19 che riguardano la malattia nei bambini positivi suggeriscono che questi pazienti hanno un decorso benigno.", Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Brescia, Notizie - Notizie dalla Regione e da altri Enti/Associazioni/Fondazioni, SIPPS. SARS-CoV-2 IN ETA' NEONATALE. QUALI EVIDENZE, 13 luglio 2020)

È chiaro che non è possibile debellare un coronavirus a RNA attraverso campagne di vaccinazioni di massa (lo stesso Giorgio Palù lo ha candidamente ammesso "Covid, Palù: "Logico aspettarsi che diventi endemico", "Così il presidente dell’AIFA: "Prima o dopo l’umanità si adatterà, come si è adattata a tutte le pandemie": 18 giugno 2021, ADNKRONOS 

Questo aspetto chiama in causa anche il fattore del contributo di lotta alla epidemia/pandemia e fornito dal sistema immunitario naturale di cui si è parlato precedentemente: esso agisce e sta agendo da quasi due anni nonostante sia ignorato dalla maggioranza degli addetti ai lavori. Ignorare che gli esseri umani hanno già un sistema immunitario naturale che funziona - talvolta o spesso anche meglio delle vaccinazioni - è non corretto dal punto di vista medico-scientifico.
Vero che la diagnosi di malattia COVID-19 e la sua conseguente guarigione è accettata nelle normative nazionali ed eurounitarie come un criterio che garantisca una sicurezza temporanea (alcuni mesi), e questo costituisce un passo avanti: ma incentivare a vaccinare milioni o miliardi di persone senza porsi il problema se questi abbiano o non abbiano già avuto una infezione ed una risposta anticorpale pregressa ad un coronavirus (controllo anticorpale IgG o IgM tramite prelievo sierologico), non è onesto dal punto di vista medico e sembra rispondere più a logiche di lauti affari farmaceutici e di business più che a misure di tutela della salute pubblica. Si rileva anche che tutti gli addetti ai lavori sanno che vaccinare durante una epidemia è sconsigliato quando l'agente patogeno è mutante, proprio in ragione della possibilità di operare una pressione selettiva sul patogeno che lo costringa a variare più velocemente ed in modo inaspettato.

È possibile invece mantenere le persone in buona salute con un corretto stile di vita ed una corretta alimentazione, e fornendo alla cittadinanza ospedali con più posti letto e con reparti più efficienti, e con medici della medicina del territorio presenti e non assenti, disposti a visitare come sempre a domicilio ed in numero sufficiente a coprire le esigenze degli assistiti, prima della eventuale ospedalizzazione. E soprattutto è possibile tutelare la salute nella più autentica espressione data dalla Organizzazione Mondiale della Sanità nell'anno 1948: “A state of complete physical, mental and socialwell-being and not merely the absence ofdisease or infirmity”– WHO Constitution, cioè “Uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non solo assenza di malattia o infermità” – Costituzione dell'OMS, 1948, definizione valida ancora oggi. 

È possibile volendolo con una diversa politica sanitaria rispetto a quella totalitaria e dai toni allarmistici a cui stiamo assistendo da quasi due anni senza vedere una luce alla fine del tunnel. Una diversa politica sanitaria che non sia fondata sulla ossessione per l'assenza di rischi (il rischio zero non esiste) rispetto ad una infezione a bassa letalità e bassissima mortalità, non fondata sulla ossessione per la sicurezza ed il controllo sociale, ma fondata sul buon senso e sui cardini della Ars Medica (scienza non esatta): sul rispetto del principio galenico ed ippocratico del primum non nocere e del principio della alleanza medico-paziente deontologicamente fondata, ove il cosiddetto paziente o assistito viene ascoltato e dialoga con il suo medico e non viene trattato da suddito.

In ultima analisi, è possibile fare politica sanitaria e dare assistenza medica anche durante una fase di emergenza sanitaria nazionale, ma non solo in un rapporto asimmetrico o di ricatto sociale, bensì anche in un rapporto di reciproco rispetto, di tolleranza ed ascolto del dissenso medico voce sì minoritaria, ma che talvolta può essere più saggia, illuminante e giudiziosa di tanti soloni cattedratici che hanno la verità in tasca o che rifiutano a priori di considerare dati e fenomeni reali che mettono in crisi le loro certezze e tesi.

dr. Luca Scantamburlo 
22 novembre 2021

Laurea in Lettere con tesi in Bioetica (2006) e diploma di Master universitario di primo livello in Comunicazione e linguaggi non verbali (2008) presso la Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia; studente in Scienze del Governo e Politiche pubbliche (corso magistrale presso la Università degli Studi di Trieste)


BIBLIOGRAFIA 

BRENNAN, Paul, dr., University of Edimburgh, "Impact of false negative and false positive", 28 settembre 2020 .
 
CATTELAN, Anna Maria, dottoressa, infettivologa e Direttrice del reparto di Malattie infettive dell’Azienda Ospedale Università di Padova, dichiarazioni rese a Myrta Merlino, nella trasmissione L'Aria che tira, La7, 17 novembre 2021.

COSENTINO Marco, Dott. prof., audizione presso la 1° Commissione Affari costituzionali del Senato, 7 ottobre 2021: PERCHÉ LA CERTIFICAZIONE VERDE COVID-19 NON TUTELA SALUTE E SICUREZZA, Marco Cosentino, Medico Chirurgo, Dottore di Ricerca in Farmacologia e Tossicologia
Professore Ordinario di Farmacologia nella Scuola di Medicina dell’Università degli Studi dell’Insubria, Memoria per l’audizione informale in videoconferenza giovedì 7 ottobre 2021, in relazione all'esame del disegno di legge n. 2394 (Conversione in legge del decreto-legge 21 settembre 2021, n. 127, recante misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l'estensione dell'ambito applicativo della certificazione verde
COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening).
Dichiarazioni del Prof. Cosentino nel Webinair de L'Alternativà c'è.

CDC, Centers for Disease Control and Prevention, Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, "Myocarditis and Pericarditis After mRNA COVID-19 Vaccination", 12 novembre 2021

DECKERS; Kristiaan, dottor, Antwerp hospitals are very concerned: “All alarms… by World Today News
[...] “The profile of our intensive patients?”, says Deckers. “They are now all vaccinated with breakthrough infections. Relatively young people aged 55 to 60, quite a few with immune problems. But we also see several seriously ill younger people, aged 30 to 35. So the question is whether the vaccines still work as well.”
6 novembre 2021

ECDC, "Suspected adverse reactions to COVID19 vaccination and the safety of substances of human origin", rapporto tecnico del ECDC, Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie,
3 giugno 2021.

FRANCHI Fabio, medico infettivologo, corrispondenza del giugno 2021 UHRTA - INMI Spallanzani di Roma, tramite PEC, Avvocato Michele Rodaro del Foro di Udine, e corrispondenza Fabio Franchi del settembre 2021, fonte: dissensomedico.it/ canale Telegram "Dissensomedico - Fabio Franchi".

GALLO, Robert, professore e Direttore dell’Institute of Human Virology presso la University of  Maryland School of Medicine di Baltimora, negli Stati Uniti. È considerato tra i massimi esperti al mondo di Aids e del virus che lo causa, l’Hiv. 
"[...] Quando un virus della comune influenza si replica, riproducendo se stesso, va spesso incontro ad alcune mutazioni a variazioni della sua struttura genetica. In altri termini cambia e ci obbliga spesso a trovare un nuovo vaccino."
Robert GALLO, intervistato da Pietro Greco, Pubblicato il 10/05/2009
Robert Gallo, l'AIDS e un Nobel negato
di Pietro Greco

https://www.scienzainrete.it/articolo/robert-gallo-laids-e-nobel-negato/pietro-greco/2009-05-10

"Rapid Response:Is RT-PCR a gold standard?"  BMJ, British Medical Journal

https://www.bmj.com/content/374/bmj.n1733/rr-1

PALÙ, Giorgio, professore, microbiologo e virologo di fama internazionale, nominato Presidente dell'AIFA nel 2020;
* intervista 
"Così il presidente dell’AIFA: "Prima o dopo l’umanità si adatterà, come si è adattata a tutte le pandemie": 18 giugno 2021, ADNKRONOS 
* Ospite della Conferenza stampa di Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, Marghera (VE), sede della Protezione civile, 27 dicembre 2020.

Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Brescia, Notizie.

MAYERS Carl, BAKER Kate, "Impact of false-positives and false-negatives in the UK’s COVID-19 RT-PCR testing programme", 3 giugno 2020, Government Office for Science, UK

REGIONE PUGLIA, "[...] La Regione con il più alto valore percentuale di aumento delle segnalazioni è la Puglia (+258%) che passa da 368 segnalazioni nel 2011 a 1217 nel 2012" Fonte: "Relazione annuale al Parlamento sulla vigilanza post marketing per l'anno 2012", AIFA
Ma è stato nell'anno 2016 che la Regione Puglia 2016 "ha attivato il proprio Centro Regionale di Farmacovigilanza e che ha indirizzato svariati sforzi al monitoraggio della sicurezza dei vaccini.", come ricordato allora da Giancarlo Ruscitti, Direttore Dipartimento per la Promozione della Salute, del Benessere sociale e dello Sport per Tutti, Regione Puglia. Il risultato finale fu il rapporto  SORVEGLIANZA DEGLI EVENTI AVVERSI A VACCINO IN PUGLIA. Report 2013/2017, 
Fonte: "OER", rivista trimestrale dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale, ANNO XX • NUMERO 3 • OTTOBRE-DICEMBRE 2018, Regione Puglia;

SENATO, Atto di Sindacato Ispettivo (uno strumento di controllo dell'attività di Governo) del Senato della Repubblica nr. 1-00388 - pubblicato il 16 giugno 2021, Legislatura XVIII.

SIPPS. SARS-CoV-2 IN ETÀ  NEONATALE. QUALI EVIDENZE, 13 luglio 2020
MAGI Antonio, dottor,
"Magi (Presidente Ordine Medici): “Vaccinati contagiano come non vaccinati”, allora il Green Pass?" di Giulia Bertotto, Anche i vaccinati contagiano: è su queste evidenze scientifiche che il Green Pass non ha alcuna logica sanitaria", 22 luglio 2021: 

https://www.romait.it/magi-presidente-ordine-medici-vaccinati-contagiano-come-non-vaccinati-allora-il-green-pass.html

SILENZI, Beatrice, Intervista al dottor Fabio Franchi, IL VIRUS (CHE NON C’È) E LE CURE – FABIO FRANCHI – INFETTIVOLOGO, FABBRICA DELLA COMUNICAZIONE,
di Beatrice Silenzi, 17 ottobre 2021

https://www.fcom.it/il-virus-che-non-ce-e-le-cure-fabio-franchi-infettivologo/ 

STRAMEZZI, dottor Andrea, intervista televisiva con Telenova, anno 2020.

Tribunal da Relação de Lisboa, Lisboa,  Proc N° 1783/20.78PDL.L1, 11 novembre 202

"Farmacovigilanza", Puglia salute, Regione Puglia,
https://www.sanita.puglia.it/web/pugliasalute/cos-e-la-farmacovigilanza

"Pubblicato su EClinicalMedicine lo studio dell’Istituto Mario Negri e dell’Ospedale di Bergamo sul trattamento precoce a domicilio di Covid-19‍", 11 giugno 2021.

 https://www.marionegri.it/magazine/cure-domiciliari-covid-19

"Stop tachipirina e vigile attesa, il Piemonte rompe gli schemi: le nuove regole per la cura Covid a casa. Un importantissimo cambio di rotta nella lotta alla pandemia arriva dalla Regione Piemonte. Ok a vitamina D, antinfiammatori non steroidei e idrossiclorochina",  8 marzo 2021, di Miriam Carraretto.

https://quifinanza.it/editoriali/video/tachipirina-vigile-attesa-piemonte-cura-covid-casa-vitamina-d-idrossiclorochina-fans/469009/ 

PHOTO CREDIT

Foto di Alana Sousa (foto per "Lettera di un vaccinato alla popolazione italiana")
e Chokniti Khongchum (foto per "Commento")
da Pexels.com

2 commenti:

  1. Chapeau!
    Questa è comunicazione...non aggiungo altro.

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  2. Non capisco come la gente non riesca a capire percepire queste cose con l'energia che sprecato è una cosa incredibile sembrano telecomandati da Satana....

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