Al Segretario generale: dott. Giovanni Leonardi, del Ministro della Salute
Sede Centrale - Viale Giorgio Ribotta, 5 - 00144 Roma, via PEC, posta certificata
e p.c. Al Presidente Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
FEDRIGA, dottor Massimilano, via email
e p.c. Alla Conferenza Stato-Regioni, via PEC, posta certificata
Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato,
le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano
e p.c. al Consiglio Regionale della Regione Autonoma FVG, via PEC, posta certificata
OGGETTO: ISTANZA ai sensi del IV comma art. 118 Cost. - comunicazione di pubblicazione di scienze giuridiche - esposto denuncia alla Autorità Giudiziaria sulla gestione emergenziale sanitaria COVID-19 e apertura di fascicolo
Gentilissimo Ministro Professore, ORAZIO SCHILLACI
Ministero della Salute, SEGRETARIATO GENERALE del Ministro
risiedo e lavoro nella Regione Friuli Venezia Giulia da diversi anni. Con la presente chi scrive non si pone in vis polemica nei Suoi confronti ma in un atteggiamento costruttivo e nel più autentico significato costituzionale di fecondo dialogo fra cittadino e pubblica amministrazione, così come già espresso dal IV comma dell'articolo 118, disposto della Costituzione della Repubblica che attiene al principio di sussidiarietà orizzontale con cui i cittadini - in forma singola o associata - possono affiancarsi alla Pubblica Amministrazione e fare proposte e dare suggerimenti nell'interesse generale.
Ora, proprio partendo dal fatto che Lei è subentrato in posizione apicale di un dicastero molto scomodo, e partendo dal fatto che Lei agirà in buona fede in scienza e coscienza nel decidere in leale collaborazione con il Governo e lo Stato (ricordiamo ad esempio la lunga serie di DPCM - nella loro veste di ordinanze extra ordinem - dell'anno 2020, assieme a un abuso della decretazione di urgenza che caratterizzarono il primo e secondo anno di gestione emergenziale sanitaria COVID-19, da cui il nuovo Governo Meloni 2022 sta prendendo e ha preso le distanze anche con dichiarazione di intenti in Parlamento) con il fine della tutela della salute individuale e collettiva, e proprio rendendomi conto che anche Lei potrebbe in futuro prendere decisioni difficili in momenti sociali e politici estremi e circostanze inusitate per un decisore politico, voglio aiutarLa a comprendere che Lei - come tanti altri funzionari pubblici in posizione apicale - potreste essere condotti fuori strada da una gestione sanitaria istituzionale che nel recente passato si è basata su una narrazione mistificante e fuorviante e sulla base di premesse ritenute vere ma in realtà non veritiere e molto discutibili o totalmente infondate in alcuni casi.
Questo non significa né negare la evidenza di sindromi similinfluenzali (che ci sono sempre state nelle stagioni passate), né coloro che hanno sofferto e perso cari, ma più semplicemente ricordarsi che esiste il fenomeno della malasanità, i protocolli sanitari piò o meno corretti e quelli fallimentari, gli effetti iatrogeni a seguito di cure e somministrazione di farmaci, l'effetto nocebo, ed anche la eventuale responsabilità penale colposa per negligenza, imperizia o imprudenza, e che lacerare la società civile suddividendola ed etichettandola in modo arbitrario in gruppi e sottogruppi - più o meno virtuosi - oppure criminalizzare milioni di cittadini per scelte di prudenza nell'ambito della salute, come è stato fatto nella gestione emergenziale COVID-19, non può mai essere un atteggiamento rispettoso dei diritti fondamentali della persona né fare politica nel senso più nobile del termine, oltre che costituire una violazione palese dell'articolo 3 e dell'ultimo comma dell'art. 32 della nostra Costituzione e degli articoli 21 della Carta dei Diritti Fondamentali della Unione Europea e l'articolo 2 del TUE (Trattato sulla Unione Europea), i quali stabiliscono che nessuna discriminazione sociale è ammessa o tollerabile nel nostro sistema giuridico europeo. La dignità umana deve sempre essere fatta salva e così la inclusione sociale sempre garantita.
Le scrivo anche perché Lei - nel Suo ruolo di Ministro della Salute - ricordi ai suoi colleghi del Consiglio dei Ministri e agli altri decisori politici, come la tutela della salute non sia la mera assenza di malattia e infezione, ma un concetto più ampio che ha a che fare con la salute psicofisica nella sua globalità, in tutti gli ambiti (soprattutto in quelli relazionali e sociali).
Le scrivo per portarla al corrente che - sulla base di testimonianza e confidenze raccolte in privato da amici - ho saputo che presso importanti ospedali del Friuli Venezia Giulia, al pronto soccorso, si negherebbero di notte le visite specialistiche dell'oculista a chi ne ha bisogno per problemi agli occhi, liquidando chi accede al pronto soccorso con "torni domani alle ore 08.00", perché l'oculista di notte non sarebbe disponibile, o lo sarebbe solo per casi gravissimi. È accaduto a due miei cari amici che negli ultimi anni hanno avuto - personalmente o nella necessità di soccorrere i figli - tali spiacevoli sorprese. Per quanto mi riguarda, posso testimoniare che visite ortodontiche specialistiche ai bambini e agli adolescenti, nelle strutture sanitarie regionali, hanno tempi di attesa di mesi fino anche ad un anno.
Trovo che - a fronte di miliardi spesi nell'acquisto di farmaci di profilassi vaccini / sieri genici per contrastare una sindrome similinfluenzale a bassa letalità e bassissima mortalità come la COVID-19 (e probabilmente fraintesa nella sua natura di definizione fagocitante) sia semplicemente scandaloso, soprattutto quando questi farmaci profilattici non arrestano alcun tipo di contagio (qualunque cosa esso sia).
Fare una seria politica sanitaria significa assicurare risorse umane preparate, medicina del territorio, più posti letto, riaprire gli ospedali chiusi e soprattutto garantire la indipendenza di giudizio del medico, senza ricatti in base alle proprie scelte di salute. Negli ultimi due anni, la indipendenza di giudizio del medico e la alleanza medico-paziente deontologicamente fondata, è stata compromessa da una narrativa emergenziale dai toni violentissimi, di allarmismo sociale e lesiva di plurimi diritti soggettivi.
Quando poi tanti cittadini portano agli atti della magistratura inquirente evidenze documentali poco note, ed evidenze di risposte vaghe oppure di condotta omissiva di vertici sanitari interpellati formalmente nell'ambito della FOIA (Freedom of Information Act) introdotta con decreto legislativo n. 97 del 2016 - parte integrante del processo di riforma della P.A. definito dalla legge 7 agosto 2015, n. 124 - ecco che allora il tutto assume prospettive inquietanti su cui i cittadini hanno diritto di essere vigili e avere risposte, e i decisori politici hanno il diritto-dovere, anche morale non solo istituzionale, di riflettere e rivalutare il loro pregresso agire e la loro postura analitica, anche in vista di problematiche future analoghe che potrebbero coinvolgerli nuovamente in una indebita compressione dei diritti civili e umani, tutelati costituzionalmente e anche dal diritto eurounitario e internazionale più in generale.
La stagione delle "libertà autorizzate" e di una compressione indebita e intollerabile dei diritti fondamentali della persona umana - esercitata da uno Stato leviatano e schimittiano - non deve più verificarsi. Questo è il mio auspicio e quello di tanti cittadini, imprenditori e onesti lavoratori che sono stati ricattati nel corso degli anni 2020, 2021 e parte del 2022, discriminati nella vita sociale e nel mondo del lavoro, dello studio e dello sport, con una violenza legalizzata da parte delle Istituzioni, che raramente si è vista nella storia recente.
Tanti hanno aperto gli occhi negli ultimi mesi. Altri ancora hanno intuito che qualcosa di strano è accaduto. Molti ancora non si rendono conto. Il recente scandalo internazionale - con la audizione del dirigente della Pfizer presso il Parlamento Europeo, interpellato dall'Eurodeputato Rob Roos - parla da solo ed è disarmante, ma esso è stato anticipato indirettamente proprio nel nostro esposto-denuncia.
Proprio perché confido nella Sua attenzione e responsabilità come Ministro della Salute della Repubblica italiana - e so che saprà senza dubbio ponderare il contributo qui portato e condividerlo con i Vostri collaboratori all'occorrenza - allego alla presente:
* una mia recente pubblicazione scritta con il Professor Lorenzo Maria Pacini, saggio bioetico-giuridico sulla rivista di scienze giuridiche Rivista della Cooperazione Giuridica Internazionale (Aracne Editrice), dato alle stampe sulle pagg. 175-208 del numero 71 di maggio-agosto 2022, e focalizzato sulla problematica della libertà di scelta e di un eventuale obbligo vaccinale nell'ambito della gestione emergenziale pandemica denominata COVID-19, dovuta al "novello virus" SARS-CoV-2;
* il testo dell'esposto-denuncia sottoscritto da 120 cittadini e una associazione e che io stesso ho contribuito a realizzare - assieme a un legale e altri cittadini di tutta Italia, corredandolo di 14 allegati - depositato nell'aprile 2022 dal nostro avvocato di fiducia, a seguito del quale la Procura della Repubblica di Udine ha aperto un fascicolo trasferito alla Procura della Repubblica di Roma per competenza territoriale;
* la comunicazione - datata 09 settembre 2022 - della Procura della Repubblica di Udine alla attenzione del nostro avvocato di fiducia, con la quale la Procura informa dell'apertura del fascicolo;
Allego anche alla presente - qui di seguito, oltre alla mia carta di identità essendo la presente una istanza - il testo di un messaggio condiviso con cui io e alcune cittadine italiane abbiamo dato notizia dell'apertura di questo fascicolo giudiziario.
Ringraziandola per l'attenzione, porgo i miei più cordiali saluti
Dr. Luca Scantamburlo
21 novembre 2022, XXX XXXXXXXX (UD)
COVID-19 E GESTIONE EMERGENZIALE SANITARIA:
INDAGINI APERTE ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI UDINE,
TRASFERITE A ROMA
L’Avvocato Michele Rodaro, dopo interrogazione al casellario giudiziario della Procura della Repubblica di Udine, ha avuto risposta in merito all’esposto-denuncia da noi depositato tramite lo stesso avvocato – che ha autenticato le firme di 120 cittadini e del rappresentante legale dell’associazione UHRTA di Trieste – nell’aprile 2022.
Il Procuratore aggiunto della Procura della Repubblica di Udine, dr.ssa Claudia Danelon, lo ha informato che a seguito dell’esposto-denuncia è stato aperto il procedimento nr. 568/2022 iscritto a A.N.C.R. e trasferito per competenza territoriale alla Procura della Repubblica di Roma in data 19/04/2022, cioè cinque giorni dopo il deposito del 14/04/2022.
Ciò significa che la magistratura non ha autoarchiviato il corposo e circostanziato nostro esposto-denuncia (consta di 40 pagine circa e 14 allegati) ma ha ritenuto – seppur non individuando sinora ipotesi di reato – approfondire la questione, aprendo un fascicolo giudiziario e trasferendolo per competenza territoriale alla Procura di Roma.
Prossimamente cercheremo di appurare se i PM inquirenti di Roma hanno individuato dei profili penali e se la nostra denuncia in fascicolo è stata accorpata a indagini penali già esistenti sulla medesima questione.
Si fa presente al pubblico e alle autorità locali e nazionali, compresi gli ordini e le associazioni di categoria professionali nonché alle associazioni culturali e medico-scientifiche, che abbiamo denunciato alla magistratura inquirente chiedendo di accertare se effettivamente sussista quanto segue:
A) mancanza di evidenza documentale di isolamento fisico del virus SARS-CoV-2 in possesso delle istituzioni italiane (diverso dal sequenziamento genetico, con riferimento a banche dati in Rete), cosa che si evince già da pregresse istanze FOIA ai vertici sanitari che attualmente sono in condotta omissiva oppure forniscono risposte vaghe e prive di documentazione dirimente;
B) mancanza di gold standard di riferimento del cosiddetto tampone e, dunque, conferma della sua totale inaffidabilità come unico criterio diagnostico valido (da cui la necessita del suo abbandono come criterio statistico-epidemiologico), perché ha consentito una natura fagocitante della definizione di COVID-19, malattia divenuta una sorta di rete a strascico che intercetta fenomeni influenzali diversi da quello cercato, inclusi banali raffreddori e classiche malattie respiratorie di stagione, alterando le statistiche sul numero degli infetti e dei cosiddetti contagi;
C) mancanza dell’effetto di arresto di contagio del virus SARS-CoV-2 nell’utilizzo dei farmaci profilattici “vaccini” autorizzati in modalità condizionata – come ammesso dalla stessa EMA (Agenzia Europea del Farmaco) sul proprio sito web istituzionale – e dunque illogicità e incongruenza rispetto alle normative vigenti, che dispongono un’imposizione di sostanze farmaceutiche al fine di interrompere la diffusione del virus SARS-CoV-2 (quando questi “vaccini”, se funzionano, operano soltanto una mera riduzione di sintomi COVID-19 – tutta da accertare e solo in ipotesi – ma non un arresto di “contagio”, qualunque cosa esso sia);
D) presenza di composti solidi estranei di nanoparticolato e microparticolato inorganico all’interno di questi “vaccini” (siano essi sieri genici oppure no), già accertata in passato come inquinanti, ma oggi di natura addirittura nanotecnologica.
Si auspica cosi che vengano disposte indagini approfondite su questi fatti e responsabilità, ivi compresa una responsabilità penale colposa per negligenza, imperizia o imprudenza, oppure delittuosa qualora vi sia un deliberato tentativo di attentare alla salute individuale e pubblica della popolazione.
Ciò detto, in ultima analisi si invitano tutti i decisori politici e tutti i funzionari pubblici a ridimensionare il clima di allarmismo sociale psico-pandemico che ancora oggi, nonostante lo stato di emergenza sanitaria nazionale sia terminato in data 31 marzo 2022, continua a turbare l’opinione pubblica e tenta di evocare scenari di allarme infondati, privi di qualunque base ius-formalistica che possa legittimarli.
FIRMATO
I cittadini promotori dell’esposto-denuncia collettivo
Luca Scantamburlo
Barbara Todisco
Stefania Marchesini
Tiziana Collazuol
4 ottobre 2022
fonte
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