domenica 27 novembre 2022

CHE COSA IL MINISTERO DELLA ISTRUZIONE E DEL MERITO HA MESSO AGLI ATTI: NOTA E ISTANZA SU SCUOLA E GESTIONE COVID-19

 

 


Con la ricevuta di protocollo di Registro ufficiale nr. 99935 del 23.11.2022 inviata al sottoscritto, il Ministero della Istruzione e del Merito ha responsabilmente ottemperato ai suoi doveri come disposto dal comma IV dell'art 118 della Costituzione della Repubblica italiana (principio di sussidiarietà orizzontale), mettendo agli atti la mia nota e istanza rivolta al Ministro - On. Prof. Avv Giuseppe Valditara - e classificando la mia nota come "07.01.03-Conciliazioni, esposti, diffide e reclami."

Divulgo qui di seguito il testo della mia nota e istanza al ministro, allegati esclusi (ma già divulgati a suo tempo e reperibili in Rete). Il grassetto dei caratteri è qui evidenziato da me a beneficio del lettore, solo per evidenziare i punti salienti del testo.
La lettera è copiabile e divulgabile liberamente e invito coloro che sono interessati - come genitori e/o cittadini - a informare il dirigente scolastico dei propri figli, solo per conoscenza, e anche il proprio Presidente di Regione e Sindaco della città di residenza.

Luca Scantamburlo
28 novembre 2022

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Alla. c.a. Ministro della ISTRUZIONE e del MERITO
Prof. Avv. On. Giuseppe VALDITARA
Ministero della Istruzione e del Merito
Viale Trastevere, 76/a - 00153 ROMA


tramite il Suo Ufficio di Gabinetto
Direttore generale Dott.ssa Antonietta D’Amato
Vice Capo di Gabinetto Dott.ssa Sabrina Capasso


MITTENTE:      Luca, dr. Scantamburlo
                         residenza: XXXXXXXXXXXXXX
                                           XXXXXXXXXXX (UD)
           
e p.c. Al Presidente del Consiglio, On. Giorgia MELONI

e p.c. al Al Ministro della Salute, prof. Orazio SCHILLACI

e p.c. Al Presidente Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
FEDRIGA, dottor Massimilano
via email

e p.c. Alla Conferenza Stato-Regioni
via PEC, posta certificata
Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano

e p.c. al Consiglio Regionale della Regione Autonoma FVG
via PEC, posta certificata


OGGETTO: NOTA e ISTANZA ai sensi del IV comma art. 118 Cost., comunicazione di pubblicazione di scienze giuridiche, esposto denuncia alla Autorità Giudiziaria sulla gestione emergenziale sanitaria COVID-19 e comunicazione di apertura di fascicolo giudiziario

Gentilissimo Ministro
Professor Avv. On. Giuseppe VALDITARA
Ministero della Istruzione e del Merito


risiedo e lavoro nella Regione Friuli Venezia Giulia da diversi anni. Con la presente chi scrive non si pone in vis polemica nei Suoi confronti ma in un atteggiamento costruttivo e nel più autentico significato costituzionale di fecondo dialogo fra cittadino e pubblica amministrazione, così come già espresso
dal IV comma dell'articolo 118, disposto della Costituzione della Repubblica che attiene al principio di sussidiarietà orizzontale con cui i cittadini - in forma singola o associata - possono affiancarsi alla Pubblica Amministrazione e fare proposte e dare suggerimenti nell'interesse generale.
Ora, proprio partendo dal fatto che Lei è subentrato in posizione apicale di un dicastero molto scomodo come quello della Istruzione, e partendo dal fatto che Lei agirà in buona fede in scienza e coscienza nel decidere in leale collaborazione con il Governo e lo Stato (ricordiamo ad esempio la lunga serie di DPCM - nella loro veste di ordinanze extra ordinem - dell'anno 2020, assieme a un abuso della decretazione di urgenza che caratterizzarono il primo e secondo anno di gestione emergenziale sanitaria COVID-19, da cui il nuovo Governo Meloni 2022 sta prendendo e ha preso le distanze anche con dichiarazione di intenti in Parlamento) con il fine della tutela della salute individuale e collettiva, e proprio rendendomi conto che anche Lei potrebbe in futuro prendere decisioni difficili in momenti sociali e politici estremi e circostanze inusitate per un decisore politico, voglio aiutarLa a comprendere che Lei - come tanti altri funzionari pubblici in posizione apicale - potreste essere condotti fuori strada da una gestione sanitaria istituzionale che nel recente passato si è basata su una narrazione mistificante e fuorviante e sulla base di premesse ritenute vere ma in realtà non veritiere e molto discutibili o totalmente infondate in alcuni casi.

Questo non significa né negare la evidenza di sindromi similinfluenzali (che ci sono sempre state nelle stagioni passate), né coloro che hanno sofferto e perso cari, ma più semplicemente ricordarsi che esiste il fenomeno della malasanità, i protocolli sanitari piò o meno corretti e quelli fallimentari, gli effetti iatrogeni a seguito di cure e somministrazione di farmaci, l'effetto nocebo, ed anche la eventuale responsabilità penale colposa per negligenza, imperizia o imprudenza, e che lacerare la società civile suddividendola ed etichettandola in modo arbitrario in gruppi e sottogruppi - più o meno virtuosi - oppure criminalizzare milioni di cittadini per scelte di prudenza nell'ambito della salute, come è stato fatto nella gestione emergenziale COVID-19, non può mai essere un atteggiamento rispettoso dei diritti fondamentali della persona né fare politica nel senso più nobile del termine, oltre che costituire una violazione palese dell'articolo 3 e dell'ultimo comma dell'art. 32 della nostra Costituzione e degli articoli 21 della Carta dei Diritti Fondamentali della Unione Europea e l'articolo 2 del TUE (Trattato sulla Unione Europea), i quali stabiliscono che nessuna discriminazione sociale è ammessa o tollerabile nel nostro sistema giuridico europeo. La dignità umana deve sempre essere fatta salva e così la inclusione sociale sempre garantita.

Le scrivo anche perché Lei - nel Suo ruolo di Ministro della Istruzione e del Merito - ricordi ai suoi colleghi del Consiglio dei Ministri e agli altri decisori politici, come la tutela della salute non sia la mera assenza di malattia e infezione, ma un concetto più ampio che ha a che fare con la salute psicofisica nella sua globalità, in tutti gli ambiti (soprattutto in quelli relazionali e sociali).
Le scrivo per portarla al corrente che - sulla base di testimonianza e confidenze raccolte in privato da amici - ho saputo che presso importanti ospedali del Friuli Venezia Giulia, al pronto soccorso, si negherebbero di notte le visite specialistiche dell'oculista a chi ne ha bisogno per problemi agli occhi, liquidando chi accede al pronto soccorso con "torni domani alle ore 08.00", perché l'oculista di notte non sarebbe disponibile, o lo sarebbe solo per casi gravissimi. È accaduto a due miei cari amici che negli ultimi anni hanno avuto - personalmente o nella necessità di soccorrere i figli - tali spiacevoli sorprese.
Per quanto mi riguarda, posso testimoniare che visite ortodontiche specialistiche ai bambini e agli adolescenti, nelle strutture sanitarie regionali, hanno tempi di attesa di mesi fino anche ad un anno.
Trovo che - a fronte di miliardi spesi nell'acquisto di farmaci di profilassi vaccini / sieri genici per contrastare una sindrome similinfluenzale a bassa letalità e bassissima mortalità come la COVID-19 (e probabilmente fraintesa nella sua natura di definizione fagocitante) sia semplicemente scandaloso, soprattutto quando questi farmaci profilattici non arrestano alcun tipo di contagio (qualunque cosa esso sia).
Di quanto sopra, ho già informato con una nota inviata tramite posta elettronica certificata, sia il Ministro della Salute Prof. On. Orazio Schillaci, sia il Presidente del Consiglio, On. Giorgia Meloni.

Chi scrive, due anni fa (nel corso del 2020), si fece promotore con altri cittadini e genitori di una istanza nazionale in sussidiarietà orizzontale  - ad adesione libera e volontaria - alla attenzione del Ministero della Istruzione di allora. Con essa, ottenemmo l'attenzione dell'ex Capo del Dipartimento della Protezione civile, dr. Angelo Borrelli, che inoltrò con nota protocollata una delle istanze ricevute al Ministro della Istruzione di allora, la onorevole Lucia Azzolina, Ministro del Governo Conte II, perché il dicastero considerasse la importanza di un pronto ritorno degli studenti e delle studentesse in classe, nella didattica in presenza.
I bambini e gli adolescenti italiani come Lei ricorderà, hanno molto patito la gestione della fase emergenziale vissuta nel 2020 e 2021, con grave pregiudizio di classi già formate e del loro sviluppo psicofisico, relazionale ed affettivo di bambini che per molti mesi sono [stati, NdA] lontani dai banchi di scuola e dai loro compagni e compagne, a causa delle misure estreme di contenimento adottate dalle Autorità italiane nel gestire la emergenza epidemiologica del nuovo coronavirus SARS-CoV-2 (malattia similinfluenzale “COVID-19”), sin dalla deliberazione da parte del Governo dello stato di emergenza sanitaria nazionale, a decorrere dal 31 gennaio 2020, e che si è concluso il 31 marzo 2022. Bambini e bambine che hanno già pagato negli scorsi anni un grande prezzo non solo per non essere potuti uscire di casa per molte settimane, lontani dai propri affetti ed amici o dalle loro passioni sportive od artistiche, ma soprattutto per la interruzione e sospensione improvvisa di partecipazione e contatto fisico con il loro mondo relazionale scolastico, in presenza con insegnanti, compagni e compagne, e con tutte le figure che abitano la scuola ed a cui erano vicini ed in qualche relazione.
Per non dire poi del sacrificio richiesto - nel corso del 2020 - al tempo ed alla serenità delle famiglie, che già si sono fatte carico della gestione sociale e didattica a distanza dei loro figli, trasformandosi all’occorrenza in informali assistenti scolastici non stipendiati, un ruolo che non competeva loro. Diversi Paesi europei riaprirono le scuole ben prima di quanto fece l'Italia  – o non le hanno mai chiuse, come la Svezia – e solo il nostro Paese ha vissuto come congelato e paralizzato in una dimensione di psicosi collettiva ed eutanasia sociale, economica e lavorativa, a causa di severissime misure di restrizioni alle libertà civili che nel 2020 e 2021 hanno compromesso libertà di iniziativa economica, di lavoro, riunione e movimento a larghi strati della popolazione italiana.
L'utilizzo poi del greenpass - certificato digitale verde COVID-19 - per accedere a servizi scolastici e/o sportivi, è stato un abuso che ci si augura venga presto censurato e stigmatizzato da qualche tribunale italiano, e non solo - ci si augura - dalla Corte Costituzionale italiana e dalla Corte di Giustizia della Unione Europea di Lussemburgo.

La classe nell’aula scolastica è uno “strumento pedagogico straordinario” ed insostituibile, come messo in luce anche dal professor Alberto Asor Rosa il quale ha ricordato nel suo articolo “Scuola, elogio della classe” (la Repubblica, 8 maggio 2020), che “la comunità fisica” è “un coefficiente indispensabile di una comunità intellettuale funzionante”. Una scuola che è non solo trasferimento di sapere ed apprendimento di concetti, nozioni e metodologie, ma che è anche un mondo fatto da edifici, spazi fisici, da tante relazioni con maestri e maestre, docenti, dirigenti e persone con diversi ruoli, come i collaboratori scolastici e chi la scuola la pulisce e la mantiene in ordine, o chi vi cucina se esiste una mensa scolastica interna. Persone che con i bambini ogni tanto parlano oppure li disinfettano se si feriscono lievemente, sbucciandosi un ginocchio. Una scuola fatta anche di abitudini e convenzioni, di colori, odori, luci e suoni come la campanella d’inizio o fine lezioni. Una scuola fatta da divise come i grembiuli, da regole come alzare la mano per avere la parola, o confidarsi o parlare di nascosto con l’amico compagno di banco. Una scuola fatta da riti collettivi e stagioni, fatta di corpi che si incontrano, si salutano, si sfiorano, si abbracciano o tengono per mano, corpi in presenza che giocano o bisticciano fra i banchi, di corpi in silenzio ma impegnati durante una verifica in aula, di corpi in movimento che si inseguono nei giochi praticati nel cortile, lungo i corridoi, e che comunicano per la maggior parte non verbalmente, perché la scuola è costituita non solo dai processi cognitivi di apprendimento e didattici tout court, oppure da una relazione verbale docente-alunno, ma da una miriade di sfumature e di comunicazione a più livelli all’interno di una comunità, soprattutto in presenza, cioè negli spazi fisici e relazionali di prossemica, cinesica e ritualità.
Spazi di contatto e di laboratorio, di aiuto fisico e “presenza”, non possibili in una didattica a distanza e telematica ove uno sguardo, una mano sulla spalla, una smorfia, un bonario rimprovero della maestra od un suo sorriso, abitano la scuola fisicamente con dignità e sono a volte elementi catalizzatori della crescita infantile, puberale ed adolescenziale.

Quanto accaduto in merito al presunto e preteso obbligo di portare e indossare le mascherine di protezione al banco scolastico a partire dal novembre 2020, da parte di bambini e adolescenti della scuola primaria e secondaria, è stato semplicemente scandoloso: milioni di scolari, studenti e studentesse, sono stati costretti per otto ore al giorno a indossare una mascherina al banco scolastico, nonostante la rima buccale di un metro, e la loro posizione statica. Un presunto e preteso obbligo normativo che è stato protratto e invocato dalle Autorità fino all'inizio della estate 2022.
Questo illogico prolungamento della misura restrittiva della libertà personale decisa dalle Autorità (con pregiudizio della salute individuale e collettiva di milioni di minori) è stata da noi denunciata - nella sostanza dei fatti - nell'esposto-denuncia depositato in Procura ad Udine nell'aprile 2022 (qui in allegato il testo), ed inviato per conoscenza alla Corte Penale Internazionale dell'Aja per possibili crimini contro la umanità, in quanto - fra tutti i possibili illeciti penali ed abusi computi contro i diritti civili ed umani da parte delle Autorità - le mascherine prescritte ai minori al banco scolastico, si potevano già tranquillamente rimuovere nei mesi di settembre ed ottobre 2020, per riconoscimento da parte del Ministero della Istruzione della cosiddetta distinzione fra posizione statica in rima buccale di 1 metro e condizione dinamica di assembramento.
Questa distinzione fu determinata da precisi protocolli e linee guida d'intesa siglati a fine estate 2020, approvati e fatti propri e salvi dai Ministeri e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Protocolli poi inspiegabilmente disattesi di punto in bianco e traditi dalle stesse Autorità che hanno "scalato" la misura in una declinazione più restrittiva nella gestione sanitaria emergenziale, con l'avallo del CTS il quale nondimeno non aveva proposto la misura (si evince dai verbali CTS e dal carteggio PEC fra il Capo Dipartimento del Ministero della Istruzione di allora ed il sottoscritto, carteggio che ho divulgato pubblicamente), ma ne aveva riconosciuta la validità una volta proposta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministro della Salute, il 3 novembre 2020 con apposito DPCM.
Quest'ultimo DPCM di novembre 2020 ed i successivi firmati dal Presidente del Consiglio Conte e dal Ministro della Salute Speranza, risultavano ambigui nel testo, poiché in essi non si distingueva fra la condizione dinamica di assembramento e la posizione statica al banco scolastico (in rima buccale di 1 metro fra alunno ed alunno, seduti in aula durante le lezioni), come invece si era fatto con i protocolli d'intesa siglati dai Ministeri nella estate 2020, sentito anche il CTS) sempre fatti salvi dai decreti legge emergenziali, protocolli che con buon senso, avevano tenuto conto di tanti fattori nella valutazione del rapporto beneficio/rischio di una eventuale imposizione delle mascherine a bambini ed adolescenti, per così tante ore al giorno.
Per questo era stato deciso nell'estate 2020 dalle Autorità che le mascherine potevano essere rimosse una volta seduti al banco scolastico, distanziati (ed allora si era in pieno stato di emergenza nazionale, sic!).
Il DPCM del 3 novembre 2020 aveva sollevato perplessità all'interno dello stesso Ministero della Istruzione che allora rivolse un interrogativo al CTS, per avere delucidazioni su come applicare la ordinanza extra ordinem della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il CTS valutò positivamente la misura di "scalare" la restrizione ed imposizione della mascherina per tutto il tempo trascorso a scuola, anche se emerse che non fu una decisione presa da loro, ma dalle Autorità (rimanendo nel non detto e non esplicito).
Ancora a maggio e giugno 2022 addirittura si è vissuti nella paradossale situazione giuridica in cui in assenza di stato emergenziale nazionale (terminato il 31 marzo 2022) non si ammetteva la palese non proporzionalità della misura adottata a suo tempo, già eccessivamente restrittiva allora contro ogni buon senso, violando in modo intollerabile non soltanto i principi di ragionevolezza e proporzionalità a cui la P.A. deve attenersi - per non parlare dei diritti fondamentali e dei principi costituzionali - ma soprattutto gli art. 1-2-3-21 ed in particolare l'articolo 52 della Carta dei Diritti Fondamentali della Unione Europea (CDFUE), la quale è legge vigente e di rango superiore alle leggi nazionali interne degli Stati UE.
Come nazione e popolo abbiamo vissuto una totale condizione di aberrazione della logica e del diritto. Una vera e propria eversione dell'ordine costituito con grave pregiudizio dei plurimi diritti soggettivi dei minori, di cui nemmeno i parlamentari della Precedente Legislatura sembrano essersi resi conto - scollegati dalla realtà dei fatti e dalla conoscenza dei pregressi provvedimenti e dello "scalare" delle misure emergenziali - nei loro irragionevoli provvedimenti attuali di emendamento ai decreti legge che sono stati figli di una ossessione per il "contagio" su cui però loro stessi ignorano - o fingono di ignorare - che è costruito sulla assenza di test diagnostici validati e affidabili.
La narrazione pandemica è mistificante e ha impedito ed impedisce - nel suo reiterarsi ossessivo da parte di mass medica totalmente acritici o poco critici - di riconoscere i gravi danni allo sviluppo psicofisico di milioni di bambini ed adolescenti inflitti dall'impatto di misure emergenziali imposte oltre ogni limite temporale tollerabile, non proporzionali e divenute totalmente inutili e dannose sin dal novembre 2020.
La magistratura inquirente ha il dovere di intervenire ma gli stessi dirigenti scolastici - ancora prima del giudice adito- hanno il diritto-dovere di disapplicare normative nazionali in contrasto con norme europee di rango superiore e che producono effetti diretti.

Fare una seria politica sanitaria significa assicurare risorse umane preparate, medicina del territorio, più posti letto, riaprire gli ospedali chiusi e soprattutto garantire la indipendenza di giudizio del medico, senza ricatti in base alle proprie scelte di salute. Negli ultimi due anni, la indipendenza di giudizio del medico e la alleanza medico-paziente deontologicamente fondata, è stata compromessa da una narrativa emergenziale dai toni violentissimi, di allarmismo sociale e lesiva di plurimi diritti soggettivi.
Quando poi tanti cittadini portano agli atti della magistratura inquirente evidenze documentali poco note, ed evidenze di risposte vaghe oppure di condotta omissiva di vertici sanitari interpellati formalmente nell'ambito della FOIA (Freedom of Information Act) introdotta con decreto legislativo n. 97 del 2016 - parte integrante del processo di riforma della  P.A. definito dalla legge 7 agosto 2015, n. 124. - ecco che allora il tutto assume prospettive inquietanti su cui i cittadini hanno diritto di essere vigili e avere risposte, e i decisori politici hanno il diritto-dovere, anche morale non solo istituzionale, di riflettere e rivalutare il loro pregresso agire e la loro postura analitica, anche in vista di problematiche future analoghe che potrebbero coinvolgerli nuovamente in una indebita compressione dei diritti civili e umani, tutelati costituzionalmente e anche dal diritto eurounitario e internazionale più in generale.

La stagione delle "libertà autorizzate" e di una compressione indebita e intollerabile dei diritti fondamentali della persona umana - esercitata da uno Stato leviatano e schimittiano - non deve più verificarsi.
Questo è il mio auspicio e quello di tanti cittadini, imprenditori e onesti lavoratori che sono stati ricattati nel corso degli anni 2020, 2021 e parte del 2022, discriminati nella vita sociale e nel mondo del lavoro, dello studio e dello sport, con una violenza legalizzata da parte delle Istituzioni, che raramente si è vista nella storia recente.   
Tanti hanno aperto gli occhi negli ultimi mesi. Altri ancora hanno intuito che qualcosa di strano è accaduto. Molti ancora non si rendono conto.Il recente scandalo internazionale - con la audizione del dirigente della Pfizer presso il Parlamento Europeo, interpellato dall'Eurodeputato Rob Roos (10 ottobre 2022, Sala Altiero Spinelli, 3G2, Bruxelles, Parlamento Europeo) - parla da solo ed è disarmante, ma esso è stato anticipato indirettamente proprio nel nostro esposto-denuncia.

Proprio perché confido nella Sua attenzione e responsabilità come Ministro della Istruzione e del Merito della Repubblica italiana  - e so che saprà senza dubbio ponderare il contributo qui portato e condividerlo con i Vostri collaboratori all'occorrenza - allego alla presente:
 
* una mia recente pubblicazione scritta con il Professor Lorenzo Maria Pacini, saggio bioetico-giuridico sulla rivista di scienze giuridiche Rivista della Cooperazione Giuridica Internazionale (Aracne Editrice), dato alle stampe sulle pagg. 175-208 del numero 71 di maggio-agosto 2022, e focalizzato sulla problematica della libertà di scelta e di un eventuale obbligo vaccinale nell'ambito della gestione emergenziale pandemica denominata COVID-19, dovuta al "novello virus" SARS-CoV-2;

* il testo dell'esposto-denuncia sottoscritto da 120 cittadini e una associazione e che io stesso ho contribuito a realizzare - assieme a un legale e altri cittadini di tutta Italia, corredandolo di 14 allegati - depositato nell'aprile 2022 dal nostro avvocato di fiducia, a seguito del quale la Procura della Repubblica di Udine ha aperto un fascicolo trasferito alla Procura della Repubblica di Roma per competenza territoriale;

* la comunicazione - datata 09 settembre 2022 - della Procura della Repubblica di Udine alla attenzione del nostro avvocato di fiducia, con la quale la Procura informa dell'apertura del fascicolo;

Allego anche alla presente - qui di seguito, oltre alla mia carta di identità essendo la presente una istanza  - il testo di un messaggio condiviso con cui io e alcune cittadine italiane abbiamo dato notizia dell'apertura di questo fascicolo giudiziario.

Ringraziandola per l'attenzione, porgo i miei più cordiali saluti

Dr. Luca Scantamburlo
21  novembre 2022, XXXXXXXXXX

indirizzo: XXXXXXXXXXXX
                XXXXXXXXXXXX



COVID-19 E GESTIONE EMERGENZIALE SANITARIA:
INDAGINI APERTE ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI UDINE, TRASFERITE A ROMA

L’Avvocato Michele Rodaro, dopo interrogazione al casellario giudiziario della Procura della Repubblica di Udine, ha avuto risposta in merito all’esposto-denuncia da noi depositato tramite lo stesso avvocato – che ha autenticato le firme di 120 cittadini e del rappresentante legale dell’associazione UHRTA di Trieste – nell’aprile 2022.
Il Procuratore aggiunto della Procura della Repubblica di Udine, dr.ssa Claudia Danelon, lo ha informato che a seguito dell’esposto-denuncia è stato aperto il procedimento nr. 568/2022 iscritto a A.N.C.R. e trasferito per competenza territoriale alla Procura della Repubblica di Roma in data 19/04/2022, cioè cinque giorni dopo il deposito del 14/04/2022.

Ciò significa che la magistratura non ha autoarchiviato il corposo e circostanziato nostro esposto-denuncia (consta di 40 pagine circa e 14 allegati) ma ha ritenuto – seppur non individuando sinora ipotesi di reato – approfondire la questione, aprendo un fascicolo giudiziario e trasferendolo per competenza territoriale alla Procura di Roma.
Prossimamente cercheremo di appurare se i PM inquirenti di Roma hanno individuato dei profili penali e se la nostra denuncia in fascicolo è stata accorpata a indagini penali già esistenti sulla medesima questione.

Si fa presente al pubblico e alle autorità locali e nazionali, compresi gli ordini e le associazioni di categoria professionali nonché alle associazioni culturali e medico-scientifiche, che abbiamo denunciato alla magistratura inquirente chiedendo di accertare se effettivamente sussista quanto segue:

A) mancanza di evidenza documentale di isolamento fisico del virus SARS-CoV-2 in possesso delle istituzioni italiane (diverso dal sequenziamento genetico, con riferimento a banche dati in Rete), cosa che si evince già da pregresse istanze FOIA ai vertici sanitari che attualmente sono in condotta omissiva oppure forniscono risposte vaghe e prive di documentazione dirimente;

B) mancanza di gold standard di riferimento del cosiddetto tampone e, dunque, conferma della sua totale inaffidabilità come unico criterio diagnostico valido (da cui la necessita‌ del suo abbandono come criterio statistico-epidemiologico), perché ha consentito una natura fagocitante della definizione di COVID-19, malattia divenuta una sorta di rete a strascico che intercetta fenomeni influenzali diversi da quello cercato, inclusi banali raffreddori e classiche malattie respiratorie di stagione, alterando le statistiche sul numero degli infetti e dei cosiddetti contagi;

C) mancanza dell’effetto di arresto di contagio del virus SARS-CoV-2 nell’utilizzo dei farmaci profilattici “vaccini” autorizzati in modalità condizionata – come ammesso dalla stessa EMA (Agenzia Europea del Farmaco) sul proprio sito web istituzionale – e dunque illogicità e incongruenza rispetto alle normative vigenti, che dispongono un’imposizione di sostanze farmaceutiche al fine di interrompere la diffusione del virus SARS-CoV-2 (quando questi “vaccini”, se funzionano, operano soltanto una mera riduzione di sintomi COVID-19 – tutta da accertare e solo in ipotesi – ma non un arresto di “contagio”, qualunque cosa esso sia);

D) presenza di composti solidi estranei di nanoparticolato e microparticolato inorganico all’interno di questi “vaccini” (siano essi sieri genici oppure no), già accertata in passato come inquinanti, ma oggi di natura addirittura nanotecnologica.

Si auspica cosi‌ che vengano disposte indagini approfondite su questi fatti e responsabilità, ivi compresa una responsabilità penale colposa per negligenza, imperizia o imprudenza, oppure delittuosa qualora vi sia un deliberato tentativo di attentare alla salute individuale e pubblica della popolazione.
Ciò detto, in ultima analisi si invitano tutti i decisori politici e tutti i funzionari pubblici a ridimensionare il clima di allarmismo sociale psico-pandemico che ancora oggi, nonostante lo stato di emergenza sanitaria nazionale sia terminato in data 31 marzo 2022, continua a turbare l’opinione pubblica e tenta di evocare scenari di allarme infondati, privi di qualunque base ius-formalistica che possa legittimarli.

FIRMATO
I cittadini promotori dell’esposto-denuncia collettivo

Luca Scantamburlo
Barbara Todisco
Stefania Marchesini
Tiziana Collazuol


4 ottobre 2022

fonte
https://11marzo2018veronacittadinisovrani.wordpress.com/2022/04/16/covid-19-ed-esposto-denuncia-da-depositare-in-procura-per-avere-giustizia/

PHOTO CREDITS
Bambini multicolori, dipinti a mano, Pexels.com, 2018

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