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26 maggio 2017, Friuli Venezia Giulia
Ai Ministri ed alla Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana
Palazzo
Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma – Italia
Egregio Signor
Presidente Sergio MATTARELLA,
Prof. e Giudice Costituzionale Emerito
Prof. e Giudice Costituzionale Emerito
Palazzo del
Quirinale, Piazza del Quirinale - 00187 Roma
p.c.
Alla
c.a. Nerina DIRINDIN, Senatore della Repubblica
Commissione permanente Igiene e Sanità del Senato
Commissione permanente Igiene e Sanità del Senato
p.c.
Alla Commissione
Affari Sociali e
Commissione
permanente Igiene e Sanità del Senato
p.c.
Ai Presidenti di CAMERA e SENATO ed ai Capigruppo di Partito al
Parlamento
Signor
Presidente della Camera e del Senato
Piazza
dei Caprettari n. 79, corrispondenza di Palazzo di Piazza Madama
00186 – Roma
SENATO DELLA REPUBBLICA
p.c.
Alla stampa ed al pubblico
Onorevole
Ministro
Signor
Presidente
Le
chiediamo gentilmente qualche minuto del Suo tempo per ascoltare la
voce di questa nostra lettera. Siamo tre genitori accomunati tutti
dalla volontà di esercitare al meglio la nostra responsabilità
genitoriale, e siamo anche portavoce di alcuni genitori che vivono
nella nostra Regione, il Friuli Venezia Giulia. A breve, uno di noi
porterà la propria figlia all'appuntamento per la seconda dose
antitetanica ed alla prima dose antidifterica (vaccino combinato DT),
nonostante sia da anni un genitore obiettore cauto e prudente
rispetto alla vaccinoprofilassi, di cui conosce i riconosciuti
benefici ma anche i rischi delle reazioni avverse, sempre presenti ed
associati a questo atto sanitario.
Un
altro - il più anziano di noi tre - è un genitore che anni fa -
ottemperando all'obbligo di calendario vaccinale imposto
dall'Autorità sanitaria - si ritrovò poi il secondogenito vittima
di danno da vaccino (reazione /evento avverso, il cui nesso causale
fu riconosciuto dalle apposite autorità (Commissione
Medico-Ospedaliera, CMO, e dal Ministero della Salute). Il terzo
genitore è una madre che ha seguito un iter di obiezione attiva alla
vaccinoprofilassi, non per convinzioni ideologiche ma per un
principio di massima precauzione. Le confessiamo che siamo inquieti e
sgomenti.
Abbiamo
saputo recentemente che la Procura della Repubblica di Torino ed i
NAS dei Carabinieri stanno investigando sulla sicurezza dei vaccini
(in particolare sull'esavalente somministrato alla prima infanzia, ma
presumiamo non solo su questo, cfr. articolo pubblicato da La
Stampa di
Torino, 14.05.2017). Leggendo e documentandoci abbiamo appreso che vi
sarebbe - relativamente ai vaccini - un
possibile rischio di contaminazione da particolato inorganico
estraneo micro e nano-dimensionato,
emerso da alcune analisi di laboratorio effettuate da più di una
dozzina di anni presso una eccellenza scientifica privata italiana
(situata a Modena, uno dei primi 100 laboratori scientifici di
analisi chimico-fisica d'Europa, in termini di qualità). Infatti, la
contaminazione è stata riscontrata in una trentina di vaccini ad uso
umano commercializzati ed usati in Italia e Francia (analisi su una
quarantina di campioni). Solo 1 campione analizzato, ad uso
veterinario, è risultato esente da impurità inorganiche estranee
potenzialmente tossiche e scatenanti processi infiammatori.
Questo
rischio oggetto d'indagine, dovrebbe essere preso con estrema serietà
da tutte le figure coinvolte in tema di salute: il Ministero della
Salute, l'ISS, l'AIFA, ma anche il Consiglio dei Ministri ed il
Parlamento italiano e la Commissione permanente Igiene e Sanità del
Senato. Così non sembra. Il recente decreto legge annunciato nelle
sue linee guida in conferenza stampa il 19 maggio 2017, dopo la
riunione del Consiglio dei Ministri, ne è la prova (rif.:
"VACCINAZIONI
OBBLIGATORIE IN ETÀ INFANTILE. Disposizioni urgenti in materia di
prevenzione vaccinale",
Comunicato
Stampa del Consiglio dei Ministri nr. 30).
Avete
dato semaforo verde ad una iniziativa legislativa per decreto, che
prevede la preclusione all'accesso scolastico per coloro i quali non
siano in regola con il certificato vaccinale (al di là di legittimi
dubbi di possibile provvedimento anticostituzionale, che lederebbe il
diritto all'istruzione ed alla socializzazione per tutti,
discriminando inoltre in base alla disponibilità economica propria,
nell'affrontare elevate sanzioni amministrative), e Lei come Ministro
ed i suoi colleghi vi siete assunti tutte le responsabilità
politiche e soprattutto morali di una tale decisione. Anche il nuovo
sistema sanzionatorio previsto e molto più severo del precedente,
che vuole fungere da deterrenza e scoraggiare obiezioni alla
vaccinoprofilassi la quale, nella grande maggior parte dei casi, era
conseguenza di una attenta valutazione del rapporto rischio-beneficio
(nell'interesse della prole), ci sembra non rispondere né alla
situazione igienico-sanitaria attuale, né a quella epidemiologica
italiana, né alle promesse ed agli impegni sbandierati per anni che
indicavano da parte delle Istituzioni e degli enti sanitari regionali
e nazionali, la volontà di promuovere una campagna informativa di
adesione consapevole, rigettando strumenti e forme di coercizione che
appartengono ad un buio passato. Voi stessi, durante recenti
conferenze stampa, avete detto che non
vi
è alcuna emergenza sanitaria in corso.
In
uno Stato di diritto ed in una Repubblica in cui i cittadini e le
associazioni partecipano e contribuiscono
ai dibattiti con segnalazioni e proposte, non può che esserci un
felice connubio fra il Governo dei loro rappresentanti - scelti in
libere elezioni o nominati come tecnici - ed il popolo il quale è
sovrano in Italia, nei limiti e nelle forme stabilite dalla
Costituzione.
Ma
se i parlamentari ed i Governanti si arrogano il diritto di ignorare
o sottovalutare problematiche di sicurezza in tema di salute portate
alla luce del sole da pochi scienziati e ricercatori onesti - e
finalmente oggetto d'indagine da parte della Magistratura - e se tali
Governanti si affrettano a promulgare leggi draconiane che non
tengono minimamente in considerazione il diritto
all'autodeterminazione in tema di salute (compresso fin quasi
all'annullamento) e il diritto ad un consenso autenticamente libero
ed informato in materia di trattamento farmacologico, ledendo la loro
dignità di persone e di cittadini, ebbene tutto ciò potrebbe avere
potenziali conseguenze irreversibili sulla salute di molti bambini ed
adolescenti e sulle loro famiglie per molti anni a venire. In
contrasto fra l'altro con la Convenzione di Oviedo (trattato
internazionale di bioetica, siglato ad Oviedo nel 1997), a cui
l'Italia ha aderito ed ha recepito con la Legge n. 145 del marzo
2001.
Forse
- se tale problema di sicurezza dei farmaci vaccini è presente da
decenni - le conseguenze di potenziale danno da vaccino hanno già
colpito molte famiglie italiane. I dati AIFA - quelli disponibili
fino al 2013 - lo attestano già come cartina tornasole di una
situazione anomala (e non si tratta di poche unità di danneggiati da
vaccino per milioni di dosi inoculate, come abbiamo sentito dire).
Potrebbe esserci una dolorosa realtà sommersa, non intercettata per
negligenze del personale medico (mancata farmacovigilanza) o per
inconsapevolezza e stanchezza delle famiglie colpite da sospette
reazioni avverse ai vaccini.
Ci
appelliamo dunque alla Vostra sensibilità, mostrata per
salvaguardare il diritto all'istruzione costituzionalmente garantito.
Sensibilità evidenziata, ad esempio, dal Ministro Fedeli qualche
giorno prima di essere rinnegata poi in un secondo momento, quando
tutti abbiamo letto frasi attribuite a Lei che hanno tradito una
sospetta inversione di marcia in tema di vaccinoprofilassi ed
obbligo, abrogando o correggendo/integrando di fatto il DPR 355/1999
che garantisce / garantiva l'accesso alla scuola dell'obbligo anche
ai non vaccinati, ad eccezione di momenti di emergenza sanitaria in
cui è prevista la temporanea sospensione dalla frequenza (una grande
conquista civile in un Paese avanzato, dove i determinanti sociali di
igiene pubblica e sanitaria sono da decenni di buon livello quasi su
tutto il territorio).
Infatti
la normativa in vigore dal 1998 e dal 1999, già contemplava il
monitoraggio e l'intervento delle Autorità in caso di emergenza
sanitaria.
Siccome
il decreto DPR 355/1999 già imponeva - come da comma 2 dell'articolo
nr. 1 - che il capo scolastico notificasse alle Autorità sanitarie
le situazioni di non conformità - cioè chi e quanti bambini non
vaccinati fossero presenti a scuola - il provvedimento recentemente
annunciato dal Governo - con il Ministero della Salute in testa - ed
al vaglio dei tecnici che ne studiano la stesura per la pubblicazione
in Gazzetta Ufficiale, oltre ad aver triplicato il numero di
vaccinazioni obbligatorie per la prima infanzia e ad aver introdotto
restrizioni ulteriori all'accesso scolastico, non fa altro che
ribadire i doveri istituzionali dei dirigenti e degli amministratori
scolastici che erano già presenti sin dall'anno 1999.
Ecco
il passaggio normativo in vigore da 18 anni (DPR 335/1999):
2.
Nel caso di mancata presentazione della certificazione o della
dichiarazione di cui al comma 1, il direttore della scuola o il capo
dell'istituto comunica il fatto entro cinque giorni, per gli
opportuni e tempestivi interventi, all'azienda unità sanitaria
locale di appartenenza dell'alunno ed al Ministero della sanità. La
mancata certificazione non comporta il rifiuto di ammissione
dell'alunno alla scuola dell'obbligo o agli esami.
Inoltre,
la suddetto decreto DPR 355 dice, sulla stessa lunghezza d'onda di
quanto da voi discusso, al comma nr. 3 dell'articolo 1:
3.
E' fatta salva l'eventuale adozione da parte dell'autorità sanitaria
di interventi di urgenza ai sensi dell'art. 117 del D.L.vo 31.3.98,
n. 112.". La quale norma del decreto sopra richiamato,
all'articolo 117, dice:
Art.
117. Interventi d'urgenza 1. In caso di emergenze sanitarie o di
igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze
contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale
rappresentante della comunita' locale. Negli altri casi l'adozione
dei provvedimenti d'urgenza, ivi compresa la costituzione di centri e
organismi di referenza o assistenza, spetta allo Stato o alle regioni
in ragione della dimensione dell'emergenza e dell'eventuale
interessamento di piu' ambiti territoriali regionali.
2.
In caso di emergenza che interessi il territorio di piu' comuni, ogni
sindaco adotta le misure necessarie fino a quando non intervengano i
soggetti competenti ai sensi del comma 1.
Che
bisogno c'era dunque d'intervenire con questo decreto legge
d'urgenza, scardinando prassi consolidate in tema di diritto
all'obiezione, e togliendo o facendo passare in secondo piano la
discrezione di agire del Sindaco, Autorità locale?
Vorremmo
anche che fosse chiarito il viaggio compiuto quasi tre anni fa dal
Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, a Washington (USA), ricevuta
alla Casa Bianca nel settembre 2014 in compagnia anche del Presidente
dell'AIFA, il Prof. Sergio Pecorelli, in occasione del Global Health
Security Agenda (GHSA). Sono state emanate delle direttive riservate,
impartite al nostro Ministero? Sono stati siglati dei protocolli per
attivare strategie di campagne e coperture vaccinali straordinarie,
che servano da modello per altri Paesi dell'Occidente?
http://www.aifa.gov.it/content/italia-capofila-le-strategie-vaccinali-livello-mondiale
"Italia
capofila per le strategie vaccinali a livello mondiale"
Comunicato
stampa 387
29/09/2014
Se
così fosse, ebbene, siccome in conferenza stampa Voi ministri avete
parlato di altro, sarebbe lecito pensare che sarebbero dunque state
mascherate le vere ragioni di questi provvedimenti legislativi
severissimi, già apparentemente decisi a tavolino almeno tre anni fa
ed eterodiretti, e non frutto di situazioni contingenti del
territorio italiano.
Il
sospetto - legittimo - è che Lei - Ministro - sia stato consigliato
da qualcuno che in buona o cattiva fede (questo non lo sappiamo)
abbia sottostimato o completamente ignorato la problematica di
sicurezza di vaccini sporchi, che dovrebbero essere puliti ed esenti
da contaminazioni (anche pochi ppm possono portare al bio-accumulo di
sostanze inorganiche e soprattutto metalliche, soprattutto quando non
biodegradabili se la micro e nano contaminazione è costituita da
particelle, le quali sono in grado di produrre interferenza nel
metabolismo umano e scatenare processi infiammatori anche gravi).
Sull'aspetto delle reazioni avverse ai vaccini ed ai loro componenti,
già contemplate dalla Legge
210 dal 1992 e s.m.i., e
dalla documentazione in allegato ai farmaci vaccini stessi, ci
sarebbe molto da dire, come sulla farmacovigilanza attiva che è
quasi inesistente in Italia, a parte sporadici casi attivati in
alcune Regioni più virtuose. Voi ne avete parlato in conferenza
stampa? Non ci pare. Per non parlare dell'accesso ai dati di
farmacovigilanza e sulla loro trasparenza. Questa cupa atmosfera di
censura che si respira negli ultimi due anni, e le pressioni e velate
intimidazioni sollevate recentemente nei confronti degli operatori
sanitari – infermieri e medici – che suggerivano e suggeriscono
una estrema prudenza nel condurre la profilassi vaccinale (di cui
riconoscono i meriti in ambito sanitario, ma anche le problematiche e
criticità di utilizzo), sembrano in attrito con quanto ribadito
dalla Sentenza
della Corte Costituzionale nr. 258/1994, che
invitava già più di venti anni fa a procedere ad analisi ed
“accertamenti
preventivi idonei” al
fine di prevenire o limitare complicanze (cioè reazioni avverse con
danni irreparabili).
Le
questioni di legittimità costituzionale furono all'epoca non ammesse
(pronunzia di inammissibilità), ma la Corte Costituzionale richiamò
l'attenzione del Legislatore, affinché:
“[...]
siano individuati e siano prescritti in termini normativi, specifici
e puntuali, ma sempre entro limiti di compatibilità con le
sottolineate esigenze di generalizzata vaccinazione, gli accertamenti
preventivi idonei a prevedere ed a prevenire i possibili rischi di
complicanze.”
Ma
la sentenza parlava di mantenere ferma la obbligatorietà delle
vaccinazioni, “alla luce delle conoscenze mediche”. E gli
accertamenti preventivi di cui parla la sentenza, sono rimasti
praticamente lettera morta sino ad oggi a causa della mancata
attività legislativa o normativa tecnica (il Ministero della Salute
non ha mai formalizzato la cosa), ed addirittura disattesi con la
recente accelerazione degli Organi sanitari nazionali, e degli organi
politici locali, regionali e nell'ambito dell'Accordo Stato-Regioni,
perché oggi la profilassi venga intensificata in numero, in
riferimento all'età evolutiva, stringendo le maglie che si oppongono
alla obiezione di coscienza attiva (con l'ormai certo diniego
dell'accesso scolastico a chi non è in regola con il calendario
vaccinale, per il sistema 0-6 anni),
e senza attivare un protocollo di esami
medici
preventivi di cui sopra. A nostro giudizio se il potenziale rischio
di contaminazione inorganica da corpi estranei fosse confermato in
futuro da ulteriori analisi indipendenti, le Autorità –
modificando nel frattempo l'attuale ordinamento legislativo ed
imponendo il rispetto del calendario vaccinale come requisito
indispensabile e tassativo per l'accesso scolastico, pena il
pagamento di sanzioni amministrative salatissime oppure l'esclusione
sociale per asili nidi e scuole materne – indurrebbero o
addirittura costringerebbero dunque le famiglie meno abbienti - per
ottemperare agli obblighi di istruzione e formazione scolastica o per
garantire semplici rapporti sociali di gioco, comunità e prima
educazione ai bambini più piccoli - a correre un rischio sanitario
sottovalutato o non valutato correttamente, dalle conseguenze
imprevedibili per la salute dei propri figli/figlie, soprattutto in
età prescolare e scolare, e probabilmente già in relazione con il
sensibile aumento di disfunzioni cognitive in età evolutiva
(soprattutto Disordini dello Spettro Autistico - Autism Spectrum Disorders,
ASD - ma anche disturbi di comportamento come il disturbo da deficit
di Attenzione/Iperattività, o ADHD) registrato in tutto il mondo
dagli anni'80 del secolo scorso ad oggi, le cui cause – di natura
genetica e di offesa/insulto ed inquinamento ambientale – non sono
oggi ancora chiare, soprattutto nella loro combinazione ed effetto
sinergico.
Oltre
poi alle contemplate reazioni avverse al vaccino, quasi immediate e
chiamate anafilattiche (ben sottolineate nei foglietti illustrativi
dei farmaci vaccini), vi sono le meno note - ma anche queste
possibili ed indicate - dermatiti atopiche, disturbi neurologici
post-vaccinali, ed in particolare encefaliti, sindrome di
Guillain-Barré, meningite asettica e la cosiddetta sindrome A.S.I.A.
(Autoimmune/Infiammatory
Syndrome Induced by Adiuvants),
acronimo inglese che sta per "Sindrome Infiammatoria Autoimmune
Indotta da Adiuvanti", uno spettro di disturbi della salute
immuno-mediata causati da fenomeni di mimetismo molecolare, nei quali
l'organismo aggredisce se stesso. Anche la la sindrome di Kawasaki -
altra malattia autoimmune che si manifesta nell'infanzia e
sconosciuta nei secoli precedenti - sembra potere essere correlata
alla vaccinoprofilassi (mancano studi certi e riconosciuti).
Ministro,
sappia che la medicina non è una scienza esatta ma è un felice
incontro e fusione fra arte medica (conoscenza di tecnica, possesso
di esperienza clinica ed intuito del medico) ed un sapere scientifico
multidisciplinare, e che gli antichi principi galenici ed ippocratici
sono ispirati al motto "primum non nocere", proprio perché
la medicina non è una scienza esatta, e mai lo è stata. Già
l'Osservatore
Romano,
quotidiano della Santa Sede, s'interrogò il 18 marzo 2010 fa sullo
statuto epistemologico e metodologico della medicina, e sulle sue
recenti aspirazioni a divenire scienza esatta: ma soprattutto
sottolineava anche che l'obiettivo che essa dovrebbe avere, è quello
di curare la persona e non un uomo-macchina da riparare ("Se la
medicina vuole essere una scienza esatta. Per un approccio umanistico
alla cura della persona", cfr. Per
una medicina umanistica. Apologia di una medicina che curi i malati
come persone,
Torino, Lindau, 2010).
Al
Presidente della Repubblica ed ai parlamentari italiani la scelta -
nel loro ruolo di rappresentanti del popolo - di convertire o meno in
Legge il decreto appena varato dal Governo, e se dunque optare per
una frettolosa ed incauta decisione, oppure per una riflessione più
profonda e prudente, in merito ad una questione che ha già provocato
fratture nella società civile: divisioni e conflitti sociali, sia
all'interno di molte famiglie disorientate e colte di sorpresa, sia
all'interno della comunità medica. Comunità medica la cui
maggioranza è attualmente guidata da alcune élite sanitarie
dirigenziali e da alcuni vertici degli Ordini dei Medici delle città
d'Italia, le quali stanno sovente terrorizzando psicologicamente e
schiacciando il dissenso di pochi medici coscienziosi e prudenti,
alcuni dei quali messi sotto procedimento disciplinare soltanto per
aver raccomandato prudenza, e sospettati di infedeltà, o già
radiati dall'Ordine di appartenenza per le loro opinioni espresse in
coscienza ed in piena indipendenza di giudizio.
Ministri,
se tutti Voi all'unisono avete agito in buona fede per la tutela
della salute pubblica, non dimenticate che anche i danneggiati da
vaccino e le loro famiglie costituiscono - nel loro insieme - una
moltitudine sfortunata, ed il sacrificio della salute individuale per
garantire un presunto vantaggio in termini di salute pubblica, non è
accettabile, e ancor meno quando viene estorto con il ricatto ed un
sistema repressivo (che fra l'altro, discrimina le famiglie dal punto
di vista economico, cioè per censo, garantendo a quelle più
benestanti la facoltà di scegliere se vaccinare o meno e contro
quale malattia, e permettersi di pagare salate sanzioni per mettere
al riparo la prole, o procrastinare il massiccio programma
obbligatorio di vaccinoprofilassi triplicato in un colpo solo con
questo decreto di emergenza dal rigore draconiano, che non ha
precedenti al mondo).
Deputati
e Senatori e le massime cariche dello Stato hanno una responsabilità
enorme sulle spalle, nei prossimi mesi: confermare questo decreto
legge oppure affossarlo e ripensare politicamente quanto accaduto, in
attesa degli esiti delle indagini della Magistratura e di fare
chiarezza sulla reale natura del viaggio a Washington avvenuto nel
2014 (con protagonisti l'Onorevole B. Lorenzin ed il Prof. Pecorelli
dell'AIFA), che sembra essere correlato con la politica sanitaria
applicata negli ultimi tre anni, e soprattutto con l'aggressiva
campagna di informazione istituzionale e regionale, in tema
vaccinoprofilassi, ma a senso unico. Il dibattito sulla
vaccinoprofilassi – noi crediamo- dovrebbe essere riaperto, perché
le evidenze scientifiche e della letteratura medica indicano
ragionevolmente che non può essere declinato in una soluzione a
senso unico. Ci rivolgiamo a Voi, dunque, in ultima istanza, in
quanto rappresentanti del popolo chiamati a votare una nuova legge.
Possa
la voce della Vostra coscienza di persone - e solo quella, scevra di
interessi di partito e lontana da ingerenze di qualunque tipo -
esservi da guida ed ispirarvi in questo cruciale momento della Storia
parlamentare e di Governo della nostra Repubblica.
In
fede che riconsideriate,
Mauro
Ottogalli,
Luca
Scantamburlo, Ambra Fedrigo
26 maggio
2017, FVG
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Fine lettera aperta
Riproduco qui il mio commento alla riflessione postata da un lettore sul mio blog lucismarritedilucascantamburlo.blogspot.it, in data 6 giugno 2017
RispondiEliminagentile Alessio Di Benedetto
grazie per la tua riflessione e commento.
Questo articolo del Washington Post spiega bene il problema dell'influenza dell'industria farmaceutica sui risultati della ricerca scientifica:
"As drug industry’s influence over research grows, so does the potential for bias"
a firma di Peter Whoriskey, pubblicato il 24 novembre 2012
Fonte:
https://www.washingtonpost.com/business/economy/as-drug-industrys-influence-over-research-grows-so-does-the-potential-for-bias/2012/11/24/bb64d596-1264-11e2-be82-c3411b7680a9_story.html?utm_term=.a726e4a8bf6a
In buona sostanza, la ricerca che conta, è sponsorizzata dall'industria del farmaco, e questo solleva tutta una serie di rilevanti questioni etiche.
Ad esempio, solo nell'anno 2011, gli Istituti Nazionali di Salute pubblica americano, spese 31 miliardi di dollari (National Institutes of Health), mentre l'industria del farmaco ne spese 39.
423/5000
Le opportunità di bias - cioè di giudizi e pregiudizi non attinenti strettamente alle evidenze, e che portano ad errori di valutazione - sono molteplici: i dirigenti delle aziende che cercano di promuovere i loro farmaci possono progettare la ricerca che rende i loro prodotti migliori. Possono scegliere gli accademici più opportuni ed adeguati. E possono eseguire le statistiche in modi che rendono i propri farmaci migliori di quelli che sono. Se si manifestano segni inquietanti di un farmaco, cioè reazioni avverse indesiderate, possono evitare di condurre ulteriori ricerche, e sopprimere i risultati scomodi.
Ecco perché il professor Harlan Krumholz, docente di medicina a Yale e principale sostenitore dell'accesso ai dati di ricerca dei test e degli esperimenti di controllo dei farmaci, ha affermato che:"Se hai il privilegio di vendere un farmaco, dovresti diventare responsabile e condividere tutto quello che sai sul quel farmaco".
Il discorso è etico, ma come si sa, le grandi industrie del farmaco hanno come obiettivo il profitto, e studiare strategie per massimizzarlo.
Spetta - o spetterebbe - agli Stati ed agli enti di controllo - stabilire regole condivise e limiti al potere di influenza di Big Pharma sui consessi della politica.