sabato 25 gennaio 2020

FALCONE, BORSELLINO E LO STATO: I POTERI DEL SISTEMA MAFIOSO DA CAPACI E VIA D'AMELIO AD OGGI




di Luca Scantamburlo

Non dimenticherò mai due date nella mia vita: l'11 settembre 2001, quando seduto al tavolo di una gelateria - dopo aver ricevuto una improvvisa telefonata da un amico angosciato - vidi sullo schermo televisivo i grattacieli di New York City in fiamme e l'edificio del Pentagono squarciato e fumante. L'altra data è il 24 maggio 1992, quando vidi il buio scendere sul volto del mio insegnante di Chimica analitica del triennio di specializzazione della scuola superiore, mentre ci raccontava e commentava, sgomento, l'attentato di Capaci avvenuto in Sicilia il giorno precedente (23 maggio 1992). All'epoca frequentavo la quarta superiore in un istituto tecnico di Mestre ed ero sufficientemente grande per capire che un attentato terroristico di stampo mafioso di simili proporzioni, innescava un qualcosa che avrebbe cambiato tutto dell'Italia. Per sempre.

Da allora sono passati tanti anni. Mi sono diplomato e - dopo varie vicissutidini e percorsi universitari interrotti - anche laureato, da studente-lavoratore. Ho avuto la fortuna di diventare padre, per due volte. Una volta nel 2010, ed una nel 2015.
L'Italia è molto cambiata dagli anni'90 ad oggi. Lo è tutta l'Europa, a dire il vero, ma l'Italia in particolare, e non solo per la perdita della sovranità monetaria a causa dell'adesione alla moneta unica, ma anche a causa della progressiva politica di privatizzazioni, smantellamento di grandi realtà statali industriali, a causa della introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, e soprattutto perché l'Italia da alcuni anni è capofila delle strategie di profilassi vaccinali nel mondo. Il 2017 ha visto la riforma della vaccinoprofilassi obbligatoria, con un ampliamento del numero di vaccinazioni obbligatorie, e la introduzione di un inasprimento delle misure stabilite per far rispettare tale obbligo, deciso dal Governo prima e confermato dal Parlamento poi (obbligo già vigente da decenni) Il risultato è stato il sacrificio di diritti costituzionali in termini di autodeterminazione dell'individuo, diritti costituzionali ora compressi (come il diritto alla istruzione presso la scuola della infanzia, nella fascia 3-6 anni di età).

In questi ultimi giorni di gennaio 2020 ho voluto condividere con alcuni gruppi di social network di cui faccio parte e diffusi attraverso la telefonia mobile ed i computer (Telegram), alcune considerazioni sul sistema mafioso ed i drammatici fatti di sangue delle stragi mafiose di circa trenta anni fa.
Ho posto l'attenzione su alcuni video disponibili su YouTube, preziose testimonianze storiche dell'epoca, audio e video, dei protagonisti di queste pagine insanguinate della nostra storia.
Ho voluto tributare un omaggio non solo alle vittime degli anni '90, ed ai fatti di cronaca di tali stragi di stampo terroristico-mafioso, ma anche portare all'attenzione del pubblico le emozioni e le voci dei protagonisti di allora, ammazzati o feriti mentre erano al servizio della Giustizia e dei cittadini, vittime di servizio ed innocenti.
Ho quindi condiviso la visione di alcuni filmati da tempo online, e soprattutto centrati sulle stragi di Capaci (vittime il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie e la scorta, 23 maggio 1992), e di via d'Amelio a Palermo (vittime il magistrato Paolo Borsellino e la sua scorta, 19 luglio 1992).

Racconti di automobili blindate saltate in aria, cervelli spappolati, membra annerite e sparse fra lamiere contorte, scaraventate in tutte le direzioni. Cicatrici nella carne, nello spirito, e nella memoria di chi è sopravvissuto ed ha ancora la voglia - e la forza - di raccontare.
Le lacrime ed il pianto inconsolabile delle vedove - improvvisamente sole con i loro orfani di padre - hanno poi come sinfonia la rabbia di una cittadinanza - quella di Palermo - che all'epoca ebbe la energia di alzare orgogliosamente la testa, con dignità, ed in poche settimane celebrò con grande partecipazione e sentimento due diversi funerali per stragi.
Nel primo funerale di Stato in onore del magistrato Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo (anch'essa un magistrato, ed accademica) e di parte della loro scorta (si salvarono l'autista del dottor G. Falcone, e tre agenti di polizia su sei, rimasti feriti ) - la folla giunse inferocita da tutta Palermo e dalla Sicilia, e venne trattenuta a stento dal servizio d'ordine costituito da poliziotti e carabinieri.

Nel secondo funerale celebrato nella Cattedrale di Palermo, la cittadinanza fu ancora più indignata della precedente occasione di lutto, ed imprecò contro i politici e gli apparati dello Stato di Roma rivelatisi incapaci (qualcuno recentemente ha avanzato addirittura l'ipotesi ed il sospetto di complicità, di un sottorreaneo colpo di Stato, rif. testimonianze raccolte e commentate da Sandro Ruotolo, coraggioso giornalista d'inchiesta, Fanpage.it) di proteggere i Giudici siciliani impegnati nella lotta contro la mafia, ed uccisi assieme ai loro agenti di scorta (della scorta del Giudice Borsellino, si salvò un solo agente su sei, rimasto ferito).




In occasione del funerale di Paolo Borsellino, la vedova rifiutò sdegnata i funerali di Stato - che si svolsero in forma privata - ed in occasione di quelli pubblici tributati alla scorta perita nell'attentato dinamitardo di via D'Amelio, la folla inferocita ruppe i cordoni delle Forze dell'ordine, presenti per garantire la sicurezza. 
Il Presidente della Repubblica Oscari Luigi Scalfaro e l'allora capo della Polizia Vincenzo Parisi, se ne andarono impauriti e pressati dalla calca ed inseguiti dalla rabbia dei cittadini, che spingevano e li cingevano d'assedio, mentre al di fuori della chiesa palermitana la gente gridava "Fuori la Mafia dallo Stato".
Ai giorni nostri - sin dall'anno 2017 - noi cittadini e soprattutto genitori e non genitori, attivisti civili, comitati ed associazioni - abbiamo visto con i nostri occhi o saputo quasi trenta anni dopo i gravi fatti di sangue qui da me rievocati - di circa duemiladuecento denunce/esposti provenienti da varie parti d'Italia, direttamente depositati in archivio e riuniti in un unico procedimento presso una celebre Procura della Repubblica, perché giudicati da chi di dovere non sufficienti a dimostrare l'esistenza di fatti concreti che suggeriscano ipotesi di reato nell'ambito sanitario e della sicurezza dei medicinali, vaccini in particolare.
Tutto questo in pochi mesi ed in relazione al medesimo argomento, così come abbiamo saputo successivamente di ben tre diverse indagini penali sulla sicurezza dei medicinali e relativa vaccinovigilanza, aperte contro ignoti in tre diverse Procure della Repubblica di Italia (Udine, Torino e Roma, anni 2017 e 2018), archiviate poi senza alcuna iscrizione di nominativi nel registro degli indagati, dopo un paio di anni di indagini preliminari penali, infruttuose. Questi sono i crudi fatti di cronaca - sommariamente riepilogati - che si aggiungono ad affermazioni destituite di fondamento /false - in tema di profilassi e salute - pronunciate pubblicamente da una figura apicale ministeriale, nel 2014 e 2015, ed intervistata da emittenti televisive con audience di milioni di spettatori. Verso questa figura ministeriale apicale, nessun provvedimento è stato mai preso, né all'epoca componenti delle Istituzioni chiesero di rendere conto, o semplicmente spiegazioni che chiarissero l'equivoco sorto. 

Dati infondati che potrebbero - nel clima di allarmismo mediatico, palese conflitto di interesse di certe figure dirigenziali, e terrore psicologico creato ad arte da alcuni anni a questa parte - aver pesantemente condizionato le scelte del Legislatore in tema di riforma normativa vigente sulle vaccinazioni obbligatorie (2017), e di fatto modificato palesemente il bilanciamento fra diritti di autodeterminazione del singolo, e tutela della salute pubblica da parte del potere autoritativo dello Stato. A questo proposito richiamo l'attenzione sulla conferenza stampa del 22 gennaio 2020 organizzata dall'On. Sara Cunial, deputata, ed avuta luogo presso la sala stampa della Camera dei deputati di Montecitorio (Roma).

La conferenza ha avuto come relatori il dottor Fabio Franchi di Trieste, medico chirurgo infettivologo ed ex dirigente sanitario (a riposo dal 2011), il giornalista Virgilio Violo della FLIP di Roma in qualità di moderatore dell'incontro, ed il prof. Livio Giuliani di Roma, matematico e biofisico.



Le parole del prof. Livio Giuliani - addetto ai lavori e già dirigente di INAIL ed ISPESL - in riferimento alla esistenza di una possibile "congiura", al conflitto di interesse ed alla possibile distrazione di chi di dovere, non lasciano spazio ad interpretazioni ambigue e sono di una chiarezza adamantina. 
Per questo ho voluto ricordare il sacrificio delle oltre venti vittime di mafia degli anni'90, con il video tributo posto in alto, che attraverso i volti e le parole di speranza e coraggio di chi ha affrontato la mafia, ci ha lasciato una grande insegnamento di vita, scuotendo le nostre coscienze.
Ricordiamoci che senza rispetto della verità e della legalità non si può avere giustizia, né possiamo garantire ai nostri figli un Paese sereno, sano a livello ambientale, culturale ed autenticamente rispettato costituzionalmente. Ove crescere sereni a livello familiare, liberi da coercizioni e liberi di esercitare scelte autonome in tema di salute ed educazione.

Solo così l'avvenire potrà essere conquistato, assieme alla paura di sbagliare, da noi cittadini che - con le nostre scelte, nel bene, nel male e nella indifferenza di taluni - stiamo preparando la casa del domani alle nuove generazioni che verranno e verso cui siamo responsabili.

Luca Scantamburlo

25 Genn 2020


Discorso alla Veglia per Giovanni Falcone,
Audio: Paolo Borsellino, 20 giugno 1992, Palermo

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