sabato 5 settembre 2020

COVID-19: PUBBLICAZIONE DELL'ACCADEMIA AMERICANA DI PEDIATRIA, I BAMBINI NON SONO DA INCOLPARE PER LA TRASIMISSIONE DEL VIRUS



Nel maggio 2020 Pediatrics - il periodico ufficiale della Accademia Americana di Pediatria, che esce mensilmente sin dal 1948 - ha pubblicato uno studio epidemiologico sulla opportunità o meno di tenere aperte le scuole anche durante la fase più acuta della diffusione del virus similinfluenzale SARS-CoV-2, responsabile della malattia infettiva COVID-19. La pubblicazione sottolineava già a primavera 2020 l'alto costo di sofferenza umana pagato dai bambini con la chiusura delle scuole a fini di contenimento del contagio, e suggeriva la possibilità di tenere aperte le scuole per minimizzare gli effetti avversi, i danni collaterali dal punto di vista sociale, psicologico e psicofisico più in generale, causati da una lunga permanenza a casa degli studenti e scolari. 

Il titolo dello studio è "COVID-19 Transmission and Children: The Child Is Not to Blame", a firma del dottor Benjamin Lee e del dottor William V. Raszka Jr.
L'articolo ben esprime il concetto secondo cui il bambino non è da ritenersi responsabile in modo significativo della trasmissione del virus che causa la COVID-19, cioè non bisogna incolparlo ingiustamente. Nel sottolineare ciò, la pubblicazione afferma "[...] health costs that our children will continue to suffer until an effective treatment or vaccine can be developed and distributed or, failing that, until we reach herd immunity".

I pediatri americani autori dello studio sottolineano:

1) gli alti costi in termini di salute (sofferenza fisica e psicologica) pagati dai bambini e dalle bambine, costretti ad essere reclusi in casa e lontani dalle loro scuole;

2) la possibilità che per fronteggiare la epidemia della sindrome similinfluenzale COVID-19, non ci si affidi solo ad un trattamento specifico o ad una profilassi vaccinale di massa, ma anche al raggiungimento della cosiddetta immunità di gregge ("herd immunity").

Lo studio sottolinea anche che - dati preliminari alla mano ottenuti attraverso monitoraggi ed esami in Svizzera e Cina, in popolazione pediatrica ed adolescenziale - i bambini non sono vettori significativi nel diffondere la COVID-19: cioè la trasmissione del virus dai bambini agli adulti è rara ("infrequente"), e dunque poco significativa. 

Luca Scantamburlo
06 settembre 2020

Photo credits: Sharon McCutcheon, Unsplash.com


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