domenica 12 maggio 2024

FAMIGLIA SANZIONATA AL PARCO PERCHÉ SENZA MASCHERINA: IL GIUDICE DI PACE DI BIELLA ANNULLA SANZIONE E ORDINANZA DI PAGAMENTO




download sentenza GdP Biella, 2022

La vicenda risale al febbraio 2021. La località teatro della contestazione di verbale sanzionatorio è un parco giochi pubblico del Comune di Vigliano Biellese. I protagonisti sono due genitori e 4 dei loro 7 figli da una parte, e un inflessibile agente di polizia locale dall'altra, impegnato in quel pomeriggio invernale in attività di controllo per il contenimento della diffusione della epidemia COVID-19.

Lasciando da parte la questione dei tamponi mai validati e di un presunto isolamento fisico di un agente patogeno opportunista (il SARS-CoV-2) responsabile di una sindrome simil-influenzale di cui non esiste ancora oggi evidenza documentale certa (diversa da banche dati di Rete di sequenziamento genetico), buon senso vorrebbe che un vigile o un agente di pubblica sicurezza più in generale, qualora incontri una famiglia che cerca di godere alcuni momenti spensierati all'aperto, non andasse a disturbare un nucleo familiare già lontano fisicamente da altre persone, e per lo più all'aperto. Ma proprio a causa del parossismo vissuto dalla società tutta in un contesto psicopandemico nel periodo 2020-2022 – con eccessi e allarmismi che hanno caratterizzato una deriva autoritaria sanitaria liberticida oltre ogni proporzionalità e senza precedenti nella storia della Repubblica italiana – così non è stato nella fattispecie. Infatti, l'agente di pubblica sicurezza locale ha pensato bene di applicare pedissequamente e senza ponderazione le normative sanzionatorie vigenti, sanzionando così i due genitori perché sprovvisti di mascherina al volto: due sanzioni, ciascuna di € 414,30 ai sensi dell'art. 4 comma 1 D.L. 25 marzo 2020 n. 19 convertito in Legge 22 maggio 2020 n. 35, con la possibilità di pagare la sanzione ridotta del 30% provvedendo entro 5 giorni dalla contestazione.

Naturalmente, fra lo sbigottito e l'indignazione, i due genitori hanno protestato civilmente nei confronti della sanzione irrogata ritenuta iniqua e priva di fondamento, in quanto molto distanti da altri nuclei familiari ivi presenti, all'aperto, e comunque perché essi erano presenti al parco giochi come nucleo familiare. Proteste vane: il cittadino non viene nemmeno ascoltato in talune occasioni.

Quando più di tre anni fa sono venuto a conoscenza dell'increscioso episodio, mi sono offerto di assistere pro bono i due genitori nell'aiutarli a preparare le memorie difensive di ricorso gerarchico presso la Prefettura (impugnando subito il verbale sanzionatorio), che poi sarebbero state utili eventualmente e successivamente in caso di rigetto del ricorso gerarchico, con emanazione da parte della Prefettura di ordinanza-ingiunzione di pagamento, impugnabile entro 30 giorni dinanzi al giudice di pace competente. I due genitori hanno accettato il mio aiuto come consulente e – con grande impegno e coraggio –  si sono decisi nel difendersi personalmente in giudizio dinanzi al giudice di pace: sì perché è stata poi emanata ordinanza-ingiunzione di pagamento. L'unica mia richiesta, è stata il mettere a disposizione di tutti, pubblicamente, la sentenza qualora essa avesse dato ragione ai ricorrenti.

L'udienza della causa civile di opposizione alla sanzione amministrativa si è tenuta nel mese di ottobre 2022 a seguito della impugnazione delle due ordinanze-ingiunzione di pagamento risalenti al maggio 2022. Il Giudice di Pace di Biella ha accolto – con spese di giudizio compensate fra le parti - le argomentazioni dei ricorrenti, annullando così l'ordinanza-ingiunzione di pagamento e le relative sanzioni amministrative dell'anno 2021 che complessivamente ammontavano a oltre ottocento Euro.
Sono entrato in possesso soltanto pochi giorni fa di copia conforme della sentenza del Giudice di Pace di Biella - dr.ssa Iolanda Villano - su gentile interessamento di uno dei due ricorrenti, che ringrazio in quanto la sentenza consegnatami e messa a disposizione di tutti da me con il loro permesso (dati personali omessi per privacy), è un raggio di luce nel mare di tenebre che hanno caratterizzato la gestione pandemica nei tribolati tempi della narrativa emergenziale sanitaria. 

Seppure la sentenza dica poco in termini giuridici nell'intreccio delle fonti – non vi sono specifici richiami né alla Costituzione della Repubblica né alla Carta di Nizza oggi nota come Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea – e sembra più che un altro un pronunciamento di conformità al dettato normativo più che una difesa di principi, essa è importante non solo perché ha accolto il ricorso con la motivazione che nelle ordinanze-ingiunzione di pagamento non vi sono indicazioni precise di quali norme sarebbero state violate dai due genitori presenti al parco giochi, ma soprattutto perché il Giudice ha statuito - esaminati i motivi del ricorso come testualmente si dice - che 

"(...) vi è da rilevare che gli agenti operanti non hanno verificato il rapporto di parentela della coppia che si trovava all'interno del giardino con i propri figli, essendosi limitati a valutare solo la circostanza che questi non indossassero la mascherina. Essendo soggetti dello stesso nucleo familiare quelli presenti nell'area sud del giardino questi potevano stare all'aperto senza mascherina e a distanza da altri nuclei familiari. La sanzione quindi non è stata correttamente comminata in quanto i soggetti identificati erano dello stesso nucleo familiare."

Sentenza n. 178/2022, GdP Biella, 17 ottobre 2022, N. R.G. 464/2022

La difesa del nucleo familiare e della dimensione più intima e privata della famiglia è stata messa ben in luce dal Giudice di Pace di Biella, e quindi indirettamente - anche se non espresso in termini espliciti - la autorità giudiziaria ha rilevato l'abuso da parte della attività sanzionatoria della pubblica amministrazione di Pubblica sicurezza, una prepotenza che suona contro ogni buon senso e principio di umana misura e giustizia. 
Infatti, citando dal testo del ricorso depositato dai ricorrenti, possiamo leggere fra le argomentazioni di difesa che preparai il seguente passaggio:

"(...) imporre mascherine e distanziamento interpersonale tra persone in rapporti affettivi e/o di parentela, per di più all'aria aperta, è lesivo di plurimi diritti soggettivi tutelati costituzionalmente e dalla Carta di Nizza (CDFUE), che è vincolante giuridicamente per l'Italia dal 2009 (atto normativo vigente di rango paracostituzionale) [...] il Legislatore nazionale impone mascherine al volto e distanziamento di sicurezza in modo indiscriminato assoluto, anche all'aperto, senza tener conto dei legami affettivi e/o familiari e del rispetto della dignità umana"

Ricorso in opposizione, N. R.G. 464/2022

Seppure non tutti i Giudici di Pace d'Italia negli ultimi anni si siano dimostrati sensibili e attenti all'intreccio delle fonti e alla dimensione di autodeterminazione dell'individuo in relazione al nucleo duro di diritti umani inalienabili – una dimensione più volte ignorata od offesa senza ritegno da normative nazionali e regionali demenziali e illegittime sotto molti profili  – diverse centinaia di giudici di pace aditi, lo sono stati. 
Quello che ha fatto e fa la differenza - al netto di milioni di persone che ancora oggi non hanno assunto un atteggiamento di riflessione critica su quanto accaduto in periodo psicopandemico, né dimostrano tolleranza e rispetto delle opinioni altri, perché ancora prigionieri di paure personali o di atteggiamenti dogmatici - sono i gesti di coraggio di genitori e cittadini che, senza avvocati, hanno scelto di comparire in udienza e difendersi da soli contro ogni ingiustizia e iniquità.
Tanti avvocati si sono spesi professionalmente - in forma singola o associata - per difendere i cittadini italiani dagli abusi del potere autoritativo dello Stato: a loro bisogna dare merito. Ma tanti cittadini hanno denunciato o si sono difesi personalmente in giudizio quando possibile anche in difese non tecniche, senza legali rappresentanti: anche a loro bisogna dare merito.
Non tutti hanno avuto accoglimento delle proprie doglianze ma tutti – anche coloro che non sono comparsi in tribunale ma che hanno detto nel loro quotidiano almeno una volta no alla menzogna e sì alla vita e alla verità – potranno dormire con la coscienza in pace, perché non sono stati passivi ed inerti di fronte al Male.

Solo la Verità e il suo riconoscimento - assieme alla difesa di ciò che ci rende umani e tutti fratelli e sorelle dinanzi alla Creazione - ci renderà liberi di vivere in un mondo migliore e più giusto, un mondo che un giorno i nostri figli o i figli dei nostri figli, potranno costruire se lo vorranno e si impegneranno in tale direzione.  

Luca Scantamburlo
13 maggio 2024


Photo credit
Daria Obymaha, Madre e figlia sull'erba, 2018, Pexels.com

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